Cibo e consapevolezza: siamo ciò che mangiamo?
In una società fortunata come la nostra, mangiare è diventato una sorta di automatismo. Generalmente, ciò che guida la nostra scelta quando ci riempiamo il piatto sono i nostri gusti (al massimo con un occhio agli zuccheri e alle calorie). Quello che sembra mancare è invece una reale consapevolezza di quello che stiamo mangiando, ovvero tendiamo a nutrirci di qualcosa solo perché è a nostra disposizione, senza conoscere poi tanto di come quella cosa sia finita su quello scaffale del supermercato.
«L’uomo è ciò che mangia». È questa la conclusione del saggio Il mistero del sacrificio di Ludwig Feuerbach pubblicato nel 1862: in esso il filosofo sostiene l’importanza di innalzare il livello di soddisfazione dei bisogni primari dell’uomo per poterne consentire una realizzazione successiva anche a livello spirituale. Ma di cosa abbiamo bisogno quando parliamo di cibo?
Nella suggestiva cornice del Museo di Santa Caterina nel cuore di Treviso, La chiave di Sophia ha allestito per sabato 16 dicembre 2017 alle ore 17 una tavola rotonda che mette a tema la necessità di ripensare una nuova etica alimentare alla luce della complessità dell’attuale filiera eno-gastronomica. Ospiti di grande spicco: la dottoressa Elena Cadel della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, il filosofo e scrittore Leonardo Caffo, autore del saggio Fragile umanità recentemente edito da Einaudi e il dottor Gino Bortoletto della sezione trevigiana di Slow Food. Modera la giornalista enogastronomica Cristiana Sparvoli.
Conoscere quello di cui ci stiamo nutrendo è di grande importanza. È fondamentale avvalerci del diritto di scegliere veramente qualcosa e questo lo si può fare solo se si conosce veramente che cosa stiamo scegliendo. Per esempio, la provenienza del prodotto e le modalità di produzione; se si tratta di un alimento complesso, le singole componenti di cui è fatto, ma anche essere a conoscenza di quale impronta sull’ambiente quel tale cibo o prodotto abbia provocato prima di finire nella nostra cucina, o sul nostro tavolo del ristorante.
Solo in questo modo la nostra scelta può dirsi veramente libera. Con i nostri ospiti potremo andare a scoprire il mondo del cibo e il modo in cui ci poniamo nei confronti di esso: vi sono raccolte di dati che lo descrivono in modo chiaro ma scopriremo anche quali correnti di pensiero sottendono questo nostro modo di agire e cosa possiamo fare per mangiare senza fare del male (o almeno un po’ meno male) al nostro pianeta, ma anche a noi stessi.
Questo incontro non vuole indurre a cambiare le nostre abitudini: vuole piuttosto permettere a chi sarà presente di acquisire maggiore consapevolezza e poi di scegliere di conseguenza, secondo la propria prospettiva ed anche la propria coscienza, con la certezza che sapere ci rende più liberi. Preparare, scegliere, mangiare un cibo piuttosto che un altro è infatti un esercizio di libertà, un gesto in cui sono in gioco la propria moralità, il proprio senso di giustizia e la propria autorealizzazione.
È consigliata la prenotazione all’evento: qui
La redazione de La chiave di Sophia
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