Veneto

Profughi Cona: situazione salvata da Patriarca, attivisti e volontari

MIRA. Marcia dei profughi di Cona verso Venezia: situazione salvata da Patriarca, attivisti e volontari. Istituzioni latitanti.

La protesta dei profughi del centro di Cona è un fatto estremamente significativo perché per la prima volta l’azione dei richiedenti asilo ha rotto il cordone di isolamento di quelli che ormai sono diventati dei veri e propri centri di detenzione. Ma l’aspetto forse più grave è che proprio questa azione mette in luce ancora una volta la non adeguatezza delle istituzioni, della politica, e anche di molti cittadini.

Ieri sul Ponte di Bojon le cariche della Polizia sono state evitate solo di un soffio, e se la situazione si è sbloccata quando ormai era già calato il buio, lo si deve solo all’intervento del Patriarca che ha messo a disposizione le strutture di varie parrocchie, tra queste quelle di Mira, Oriago San Pietro, Gambarare e Borbiago. L’accoglienza e un pasto caldo sono stati garantiti solo grazie all’intervento di numerosi volontari e attivisti di varie organizzazioni: parrocchie, scout, associazione Argo, associazione Il Portico, Mira 2030, rete Venezia Accoglie, Opzione Zero e Mira in Comune. Tante poi le persone di buona volontà che hanno risposto all’appello lanciato da Argo per portare viveri, coperte e indumenti presso il centro Dedalo nel corso della giornata.

Una risposta positiva dunque della comunità mirese e rivierasca che ha compensato la carenza delle istituzioni. L’Amministrazione di Mira si è limitata a fornire dei bagni chimici solo in tarda serata.

Per tutto il giorno la Capogruppo Lavinia Vivian e altri esponenti di Mira in Comune si sono spesi con l’assessora Chiara Poppi e con il Sindaco Marco Dori affinché, in questa situazione di emergenza, mettessero a disposizione per una notte delle strutture pubbliche, come per esempio l’ex scuola di via Toti o alcuni locali della Villa dei Leoni. Ma dopo una iniziale disponibilità che faceva ben sperare è arrivata la risposta negativa: “siamo nelle mani del Prefetto, decide lui”. Nondimeno e nonostante il Comune sia dotato di una mensa comunale, l’amministrazione non è stata in grado di attivare SERIMI per supportare i volontari nell’erogazione di un pasto decente e delle colazioni ad oltre 160 persone. Assente anche la Protezione Civile che evidentemente non è stata sollecitata.

Insomma per Mira in Comune l’Amministrazione poteva e doveva fare di più. Non è possibile che si pensi di gestire situazioni critiche come questa ed un problema così grande facendo leva solo sugli encomiabili sforzi del mondo del volontariato o sulla Chiesa. Le istituzioni e la Politica devono dare risposte concrete.

Sara Zanferrari

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