Veneto

De Luca: «Per il 90 per cento la sanità del Nord è camorrismo istituzionale»

Vincenzo De Luca si carica a molla. Ed ogni giorno si esercita a cambiare bersaglio. Stavolta si affida al complottismo, al vorace sistema sanitario del Nord che continuerebbe ad attrarre ingenti flussi migratori di pazienti campani che scelgono di farsi curare presso le strutture sanitarie lombarde, venete ed emiliane. «La battaglia che facciamo — ha detto il presidente della Regione Campania — è per un’Italia più moderna e unita come per alcune questioni che stanno tornando nel dibattito pubblico, ovvero il divario Nord-Sud, la sanità del Sud rispetto a quella del Nord. Non c’è una sanità del Nord che è eccellente, ma c’è una sanità del Nord che è eccellente per il 10% ma che per il 90% è fatta di affarismo e di camorrismo istituzionale, perché quello che succede nella mobilità passiva non è legata a nessuna eccellenza sanitaria, ma soltanto agli affari e al giro di centinaia di milioni che ruotano intorno alle strutture private che abbiamo nel Nord».

Circuiti «affaristici»

Insomma, per De Luca buona parte della migrazione sanitaria della Campania è dovuta ai circuiti «affaristici» organizzati e non alla scadente capacità ricettiva degli ospedali campani, dalle lunghissime liste di attesa e da una assistenza sanitaria compromessa dalla mancanza di personale e da una persistente disorganizzazione territoriale. «La mobilità passiva della Asl Napoli 1, ad esempio, non è legata all’oncologia — ha continuato De Luca —; il grosso, quasi la metà, è ortopedia e obesità, cose che possiamo affrontare tranquillamente anche in Campania. C’è un giro di affarismo che fa paura, è questa la verità». Di qui, la mobilitazione annunciata dal presidente della Campania: «Saranno mesi di battaglia — ha sottolineato — rispetto a questi squinternati che abbiamo nel governo nazionale».

La replica

Ad attizzare il fuoco della polemica ci pensa Stefano Caldoro, predecessore di De Luca a palazzo Santa Lucia: «Tra i motivi delle cattiva sanità in Campania e della drammatica mobilità passiva primeggia certamente lo spreco delle risorse — affonda —. Spendere un miliardo di euro per due grandi palazzi per delocalizzare strutture che funzionano bene, addirittura sopra gli standard, come l’ospedale pediatrico Santobono e l’ospedale di Salerno, dimostra una evidente confusione nella valutazione delle priorità. Più che sul mattone è prioritario impegnarsi nella programmazione e nelle reti sanitarie investendo anche e soprattutto in tanti plessi ospedalieri della regione che boccheggiano. Se è dal Sud che partono questi cattivi esempi — conclude Caldoro — è inutile prendersela con il governo».

Dal Veneto

In Veneto reagiscono indignati alle espressioni usate da De Luca: «Per il Veneto — dichiara Alberto Villanova, capo dell’intergruppo della Lega in consiglio regionale — sentire anche solo affiancare un termine come “camorrismo” alle politiche regionali lo trovo offensivo e anche stupido. Qui la sanità è fatta da personale che lavora tanto e sodo e da una Regione che ha puntato sempre tutto sulla sanità. Caro De Luca, la camorra siamo abituati a vederla da lontano…Quanto alla sanità privata, è sufficiente vedere i dati del bilancio regionale varato a fine 2023: il 90% delle prestazioni (peraltro in aumento nonostante la drammatica carenza di medici) è fatto dal pubblico. Mi sembrano più battute da campagna elettorale mal riuscite che affermazioni degne di un presidente di Regione. La sua è un’offesa che infama un sistema sanitario di persone che ci credono e lavorano con passione, De Luca ha usato un termine incommentabile».

Brescacin

Anche la presidente della commissione regionale sanità Sonia Brescacin replica a muso duro: «Se è sicuro di affari malavitosi — spiega — vada dal magistrato. Io posso solo dire che, secondo uno studio dell’Università Bocconi, la spesa media procapite ospedaliera accreditata del Veneto è di 118 euro contro i 161 euro della Campania e una media nazionale di 149 euro. La percentuale di spesa per assistenza privata accreditata in Campania è del 20%, rispetto a una media nazionale del 17,4 per cento. La spesa per assistenza privata accreditata in Veneto è del 14,3%. Non mi pare che questi numeri diano ragione a De Luca, casomai lo smentiscono. Purtroppo — continua la consigliera veneta — non è un caso se, come emerge dalle statistiche di Eurostat, tra Sicilia e Campania, ci sia una differenza di 4 anni di aspettativa di vita rispetto al Trentino: è merito di maneggi camorristici o di una sanità che funziona? È merito di chissà quali magheggi se la Regione più attrattiva in mobilità sanitaria è la Lombardia, seguita da Emilia -Romagna e Veneto ?». Vanessa Camani, capogruppo del Pd in consiglio regionale, prende le distanze: «Riteniamo che certi toni e linguaggi, a cui evidentemente i campani sono abituati, non appartengono alla cultura del Pd veneto in particolare ma, in generale, al Partito Democratico».

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