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Tutto da decidere in Fvg per le leadership in vista delle regionali

Nel Pd è scontro tra Serracchiani e Russo

Le lancette dell’orologio vanno avanti e se è vero che all’appuntamento con le urne per le regionali mancano ancora alcuni mesi – probabilmente otto – è altrettanto vero che nè il centrosinistra nè il centrodestra sembrano essere ancora in grandi difficoltà per poter chiudere a breve i giochi in merito alle rispettive leadership, trincerandosi su entrambi i fronti con il ritornello alquanto scontato che recita “prima il programma e poi il candidato”.

Tutto sembra essere quindi ancora in alto mare, qunato meno ufficialmente, e lo è ancor più in merito alla tanto attesa decisione di Debora Serracchiani che continua a mantenere il più assoluto riserbo rispetto alla sua scelta se ricandidarsi o meno, al di là che i soliti bene informati sostengono che lei avrebbe già optato per il seggio parlamentare.

Nulla a questo proposito è emerso nemmeno nella conferenza programmatica che il Pd ha tenuto sabato scorso a Palmanova laddove la presidente ha invece difeso con forza quanto fatto durante l’attuale legislatura, a partire dalla riforma sanitaria, da lei definita “il nostro Obamacare”, e affermando che “la spinta impressa alla regione in questi 5 anni non si vedeva dai tempi del post terremoto, anche se in noi c’è naturalmente la consapevolezza che il lavoro compiuto ora deve essere consolidato “.

E con chi farlo se non con il vicepresidente Sergio Bolzonello il quale sembra essere oramai il candidato naturale per portare avanti il percorso iniziato dal centrosinistra, tant’è che forse non a caso è stato affidata proprio all’ex sindaco di Pordenone la chiusura della convention, nella quale da parte sua ha ribadito la bontà di quanto fatto dalla giunta “anche se – ha detto – alcuni errori probabilmente li abbiamo commessi, ma oggi siamo ancora qui, uniti come nel 2013 quando vincemmo le elezioni, per porvi giusti rimedi, discutendo e confrontandoci apertamente con gli alleati, senza timori e pregiudizi perchè il centrosinistra non è soltanto il Pd”.

Un intervento da “candidato in pectore” – e in tal senso, a dire il vero, si starebbe già muovendo nei vari ambiti regionali – anche se ci ha pensato la stessa Serracchiani a dire però che “nulla è stato deciso e di candidati ne abbiamo diversi e dobbiamo lavorare assieme per poter poi chiedere la fiducia agli elettori su un programma che possa essere il più condiviso possibile”.

E di nomi la presidente ne ha “snocciolati” in effetti più di uno, compreso quello del senatore triestino Francesco Russo, colui che osò sfidarla in relazione alla ricandidatura di Roberto Cosolini a sindaco di Trieste, affermando che “non era l’uomo giusto per poter vincere” (le elezioni poi, non a caso, le vinse proprio il suo sfidante Roberto Dipiazza, ndr) e che ora avrebbe la stessa opinione nei confronti di Sergio Bolzonello.

Chiara dunque la provocazione della stessa Serracchiani alla quale però l’esponente dell’ “anima lettiana” del Pd ha replicato attraverso la pagina facebook nella quale ha scritto: “A Debora Serracchiani rispondo che non ho intenzione di candidarmi a presidente della Regione: so, ad oggi, di non essere l’uomo giusto. Sono pronto, però, a lavorare per individuare tutti insieme il candidato migliore. A patto che non lo decidano sempre i soliti noti magari in riunioni (più o meno) segrete, cene riservate, “caminetti” di corrente: a me piacerebbe, invece, una discussione aperta e trasparente che coinvolga i nostri circoli ed i nostri elettori.

E’ forse troppo chiedere di non avere paura che questo candidato sia scelto – dati alla mano – valutando semplicemente chi è il più capace di ribaltare la sconfitta che oggi i sondaggi ci preannunciano, di unire tutto il centrosinistra e le parti più vitali della società regionale? Se continuiamo così il FVG lo regaliamo alla destra.”

Parole chiare e precise quelle di Russo che prefigurano un evidente scontro con la stessa Serracchiani e che potrebbero aprire la strada a possibili primarie, analogamente a quanto avvenne per Trieste ancorchè fatte in modo alquanto tardivo, alle quali potrebbe partecipare anche l’attuale rettore dell’Università di Udine Alberto De Toni che sarebbe sostenuto proprio dallo stesso senatore triestino e dalla componente cattolica dei Dem, oltre che essere ben visto anche nel mondo economico regionale.

Nel frattempo, a sinistra del Pd c’è da registrare il “movimentismo” del sindaco di Udine Furio Honsell, intenzionato con la sua formazione “Territorio e società” a porsi in una posizione di possibile “federatore” della sinistra, potendo godere dell’appoggio pure di esponenti di Sel, anche se da MdpArt.1 non sembra esserci grande entusiasmo rispetto a questo tentativo e in una lettera aperta pubblicata nel Messaggero Veneto è il senatore Lodovico Sonego ad esprimere dubbi e perplessità a questo riguardo, sottolineando l’esigenza di dare “discontinuità alla gestione Serracchiani”, presuppsto che sembra essere essenziale per una possibile aggregazione che, ad oggi, sembra essere assai lontana.

A dire il vero nemmeno il centrodestra, pur avendo apparentemente meno difficoltà, in questi giorni pare possa dormire sonni tranquilli in quanto, se da un lato il nome del forzista Riccardo Riccardi sembra essere il più accreditato per guidare la coalizione (senza escludere per quello del leghista Massimiliano Fedriga che però, se non altro per essere triestino, non pare avere grandi chances) dall’altro c’è un Renzo Tondo deciso più che mai a proporre la sua candidatura per una possibile rivincita dopo la sconfitta subìta nel 2013.

Al riguardo l’ex presidente della regione ha già chiesto, e ottenuto, la possibilità di poter fare liste comuni della sua Autonomia Responsabile con Sergio Bini e il suo Progetto Fvg, così da costruire un’alleanza ampia che potrebbe, se si dovesse realizzare (pur senza conoscere il peso reale del movimento fondato dall’imprenditore udinese) quindi sparigliare le carte, ancorchè la sensazione continui ad essere quella che, alla fine, l’ultima mano la daranno sempre e comunque sui tavoli romani.

Lucio Leonardelli

 

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