VENEZIA. Dopo la mobilitazione di tutta la città per il referendum contro le grandi navi in Laguna, il Governo dopo aver annunciato la scelta definitiva di far attraccare a Porto Marghera, si trova a dover trovare una soluzione alternativa e torna a valutare progetti di scavi dei canali, che erano già stati in passato bocciati a causa dell’impatto ambientale devastante.
Sono state 18.000 le schede raccolte nella giornata di domenica, che hanno costretto a una presa di coscienza e all’annuncio da parte del ministro Delrio dell’imminente arrivo di una soluzione alla questione delle grandi navi a Venezia.
Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta invoca rapidità: “È necessario fare presto! Venezia ha bisogno di un disegno organico e di soluzioni strutturali. Ma lo si decida coinvolgendo le Istituzioni e dialogando con la città. Condivido la scelta di Porto Marghera, ma bisogna dare risposta ai problemi che vengono sollevati sui rischi di inquinamento, sulla compatibilità col Porto commerciale e sul futuro di Porto Marghera. Ma, è anche necessario affrontare con altrettanta urgenza le altre questioni di fondo, come ad esempio, i flussi turistici e la residenzialità del centro storico. Si convochi presto, dunque, il Comitatone e si ascoltino tutte le Istituzioni, non solo Regione e Comune, ma anche le municipalità di Venezia, Marghera e Mestre e le rappresentanze di quanti, nel territorio, si impegnano costruttivamente per il futuro della nostra città”.
E’ previsto un weekend di mobilitazione internazionale il 23 e 24 settembre a Venezia, in concomitanza con un incontro che si svolgerà nella città lagunare fra i movimenti europei contro l’inquinamento prodotto dalle grandi navi.
La storia, insomma, come si suol dire, continua..
Sara Zanferrari