Veneto

Zaia chiede al governo garanzie su Olimpiadi e grandi opere

Summit con Giorgetti (Lega) e Toninelli (M5S). In Veneto liti continue tra i partiti alleati a Roma

Venezia Intensa giornata romana, per il presidente della Regione Luca Zaia, approdato nella capitale in gran segreto (nessuno ne sapeva nulla, né nella Lega né tra i Cinque Stelle) per due importanti incontri, col sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e col ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Nel primo caso Zaia aveva fatto attenzione ad entrare a Palazzo Chigi dal retro, con discrezione, ma poi è stato individuato dai cronisti che stazionano in Piazza Colonna mentre usciva dal Palazzo per fare due passi in città.

Nel secondo caso, invece, è stato lo stesso ministero a diramare una nota stringata: «Il punto sul sistema dei trasporti in Veneto, una discussione ad ampio spettro ha caratterizzato il primo incontro, nella sede del Mit, tra il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, e il governatore veneto, Luca Zaia, primo presidente di Regione ascoltato dal ministro. Parte così quella che sarà una fisiologica interlocuzione istituzionale, relativa all’obiettivo di rendere sempre più efficiente e sostenibile la mobilità della importante regione del Nordest».

Si sa che i due hanno parlato di Pedemontana e di Tav, due opere fortemente osteggiate dal Movimento Cinque Stelle in Veneto, al punto che mentre il governatore leghista vedeva a Roma il ministro pentastellato, i giornali del gruppo Gedi pubblicavano una durissima intervista del capogruppo in Regione del M5S, Jacopo Berti, che paragonava proprio la Pedemontana ad un Mose-bis. Paradossi del governo «carioca», si dirà, che vede i due partiti opposti sul territorio e alleati a livello nazionale, tanto che all’interpretazione data dai leghisti dell’incontro di ieri («Un sonoro ceffone a Berti e a tutti i Cinque Stelle veneti, mentre loro abbaiano alla luna Regione e governo si confrontano e dialogano in modo costruttivo e di più, Toninelli tra tutti i presidenti di Regione ha incontrato per primo proprio Zaia») è seguita l’immediata smentita dei pentastellati: «Ma quale collaborazione, si è trattato di un incontro di pura cortesia, chiesto da Zaia e concesso da Toninelli nel mezzo di mille impegni. Si sono presentati e tanti saluti, il ministro non si è assolutamente pronunciato, né in un senso né nell’altro, sulle Grandi Opere del Veneto. E anzi, va avanti la radiografia dei progetti già annunciata dal ministero».

Capitolo Olimpiadi, il motivo principe dell’incontro con Giorgetti. Quest’ultimo, in giornata, ha rilasciato una breve dichiarazione, totalmente neutra come da abitudine: «La Appendino ci ha dato degli elementi come ce li ha dati Zaia, come c’e li ha dati Sala. Ma quelle sono le loro proposte poi la decisione tocca a noi e va presa entro la prossima settimana». Ma nonostante gli equilibrismi della Lega (anche Salvini martedì si è trincerato dietro un laconico: «Vinca il migliore»), l’impressione diffusa è che la sfida sia ormai a due, con Torino spinta dai Cinque Stelle (nonostante le divisioni interne puntellate da vertici pressoché quotidiani in città) e Milano spinta dalla Lega. Cortina, secondo i rumors di Palazzo, inseguirebbe a grande distanza, anche se Zaia ha avvertito: «Noi non molliamo».

Per il governatore, paradossalmente, la vittoria di Milano sarebbe perfino peggiore di quella di Torino, perché se con quest’ultima potrebbe dirsi «tutta colpa dei Cinque Stelle», con Milano bisognerebbe spiegare per quale ragione la Lega lombarda pesi più di quella veneta, nonostante il partito qui sia andato meglio che lì. E difatti i parlamentari veneti del Pd hanno già iniziato a cannoneggiare su questo fronte. Chissà, forse di questo hanno parlato Zaia e Giorgetti provando ad individuare una qualche exit strategy, che magari potrebbe passare dalla scelta di spogliare del tutto la decisione finale del Governo e del Coni della sua coloritura politica, per demandarla esclusivamente alle valutazioni dei tecnici (e il fatto che Zaia abbia chiesto in questi giorni un’asettica «griglia» di valutazione sembra andare proprio in questa direzione).

A.V.

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