Veneto

Luca Zaia vuole l’autonomia. Arriverà?

Luca Zaia, Governatore del Veneto, sta perdendo davvero la pazienza.«I 5 Stelle sono ad un bivio: o rispettano il contratto o fanno harakiri e vanno allo scontro. Ai 5 Stelle dico quindi basta. In tema d’autonomia veneta, ben s’intende. Ma anche di Tav».

Luca Zaia arrabbiato

La soddisfazione per i risultati elettorali non smorza la rabbia. «Non si tratta di rabbia. Ma della legittima attesa di milioni di veneti. Adesso, finalmente, ci sono tutti i presupposti per portare a termine il contratto di Governo. E il tema dell’autonomia è puntualmente previsto. Spero che il giusto dibattito all’interno di Movimento 5 Stelle non si traduca in un regolamento di conti che ci fa perdere ancora tempo».

I progetti di Luca Zaia

I pentastellati non hanno preso alla leggere la sua replica al ministro Grillo sulla Pedemontana.«La partita della Pedemontana è stata disdicevole. Basta con il metodo del “dagli all’untore”. Spero che con la chiusura campagna si chiuda questo metodo».È davvero convinto di riuscire a portare a casa l’autonomia in tempi rapidi?«Una congiuntura astrale come questa non c’è mai stata. La Lega esce forte dalle urne. E da queste urne esce il sì all’autonomia. L’ultimatum l’hanno dato i cittadini da Nord a Sud visto che Lega esce forte ovunque, addirittura superando i 5 Stelle in molte regioni del Sud, a dimostrazione che l’autonomia non è una partita del Nord, ma nazionale. Dodici regioni l’hanno chiesta, cinque ce l’hanno già. Quindi 17 regioni su 20 vogliono l’autonomia».

Il record di Luca Zaia

«Mai avrei pensato di arrivare quasi a quota 50%. Questo è un risultato strepitoso. Un risultato che attribuisco a Matteo Salvini, lui c’ha messo anima e corpo in questa partita. Un risultato che sdogana Matteo Salvini come leader europeo. Il Veneto è la prima Regione della Lega. E la mia provincia di Treviso è la più leghista d’Italia. Davvero bella soddisfazione, ma abbiamo un contratto da rispettare con cittadini. Ed è a questo che dobbiamo pensare. Il tema del rilancio dell’economia è cogente, come quello della riduzione della burocrazia e della pressione fiscale».

Il PD

«Il Pd ha perso 187 mila voti a livello nazionale rispetto alle politiche dello scorso anno, è secondo solo perché il M5S ha dimezzato i suoi. Il Pd non è l’araba fenice che sorge dalle ceneri. È la logica dell’affluenza alle urne che permette di avere percentuali in crescita. Io ho una maggioranza solida. Si va fino alla fine. Non ci saranno rimpasti. Ho ottimi rapporti con tutti i compagni di viaggio: Forza Italia, FdI. Io sono concentrato su partite importanti: Olimpiadi, Unesco, autonomia, Pfas e partite ambientali, Pedemontana veneta» conclude Luca Zaia.

L’autonomia veneta

Il vero nodo è proprio l’autonomia. Nonostante la netta vittoria leghista che permetterà al governo di battere i pugni sulla scrivania dei pentastellati, la questione è ben più grave. Il fatto stesso che la Lega abbia fatto sparire la scritta Nord dal simbolo indica la volontà di essere un partito nazionale e dare l’autonomia al Veneto creerebbe un precedente verso le altre regioni che perfino Salvini rischierebbe di non poter gestire. A questo si unisce il risultato di FdI con la Meloni che chiede di andare subito al voto rompendo il patto di governo e facendo saltare tutto il banco.

Il blocco all’autonomia

Di Maio resta gelido: «L’autonomia si deve fare ma la dobbiamo scrivere bene. Se c’è fretta per farla prima delle elezioni europee possiamo aspettare una settimana e scriverla meglio. Ricordo bene cosa è successo con il titolo V della Costituzione nel 2001, ne stiamo ancora pagando le conseguenze. Allora la fece il centrosinistra per tenere a testa a Bossi che parlava di federalismo. Lo so che i veneti e i lombardi non vogliono aspettare, ma così come è scritta l’autonomia non aiuterà né la Lombardia né il Veneto e tanto meno le altre Regioni d’Italia».

La risposta di Luca Zaia

Apriti cielo. Zaia s’infuria: «Se Di Maio avesse il coraggio verrebbe in Veneto e riunirebbe tutti i veneti in una piazza, sono 2 milioni 328 mila quelli che hanno votato al referendum, e glielo direbbe in faccia che l’autonomia è scritta male». Rincara Stefani: «Dai Cinque Stelle ci sono solo alibi, dicano se non vogliono l’autonomia che è nel contratto di governo. Devono prendersi la responsabilità. Purtroppo la confusione e le insicurezze pre elettorali del loro leader fanno male all’Italia. Nell’attesa che si chiariscano le idee ribadisco che il lavoro fatto è serio ed equilibrato».

Il futuro dell’autonomia veneta

Sulla base di queste affermazioni si va sempre più muro contro muro. Si gioca a prendere tempo e se continua così l’autonomia tanto auspicata resterà (come è probabile) solo un sogno nel cassetto. Che avesse ragione Massimo Cacciari affermando che era meglio il federalismo auspicato da Miglio?

A.C.M.

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