Veneziano

Ciao Sandro, caro Brandosan

L’ultima apparizione, sempre ironica, l’aveva fatta lo scorso giugno per annunciare l’uscita, per Filippi Editore, del suo “Cicheti”, libro dedicato alle leccornie dei bacari veneziani, stavolta con traduzione in inglese. Una novità per Sandro.

Chi era Sandro Brandolisio

Sandro stava già da tempo male, ma l’ironia scacciava ogni malinconia e gli amici lui li chiamava “fratelli e sorelle”. Scrittore e giornalista, se ne è andato domenica sera dopo una lunga malattia. Ha vissuto con la moglie a Chirignago ed era un nonno appassionato. Classe 1951, Sandro Brandolisio aveva collaborato con la Guida ai ristoranti dell’Espresso e con il “Gazzettino”. Ma era nella scrittura che aveva messo tutta la sua passione.

I libri di Sandro

Nei suoi quattro libri, dedicati ai bacari veneziani, mescolava ricordi di locali che oggi non esistono più, conosciuti nei giri con il nonno in centro storico, alla gastronomia popolare, ad aneddoti, superstizioni, modi di dire dialettali di una Venezia che fu, lontanissima dal turismo di massa di oggi. Gli amici più cari lo ricordano sempre allegro. E Sandro l’allegria la regalava a piene mano. Figlia dell’esperienza da giovanissimo prestigiatore al Veneland di Mogliano con il soprannome di Brandosan. Abilissimo con le carte come con le colombe, agile con le dita come quando scriveva, ecco il mago Brandosan, capace di allietare una festa per bambini come una manifestazione più grande.

Le passioni

Tra le sue grandi passioni il calcio. Tifosissimo dell’Edo Mestre e poi del Mestre, finchè età e fisico gliel’hanno permesso ha anche giocato. Molti colleghi hanno condiviso con lui le partite di calcio domenicali come quelli che ne hanno raccontato i libri intrisi di ricordi e tradizione.

Il ricordo di Sandro

L’associazione dei giornalisti Argav, specializzati in ambiente e agricoltura, con il presidente Fabrizio Stelluto, hanno inviato un ricordo sentito: «Sandro fu spesso ospite dei convivi Argav al Circolo Wigwam di Arzerello di Piove di Sacco. Veniva a raccontare, attraverso i suoi libri, una Venezia, che non c’è più, fatta di bacari, cicheti, giochi in campo, ricette e superstizioni. Sicuramente ora lo penso in Paradiso, è solo lì che stanno le osterie vere con il loro carico di umanità», dice.

Il vuoto

Caro Sandro, non lasci un vuoto solo nel giornalismo e nell’enogastronomia, lo lasci soprattutto nelle persone che ti hanno voluto bene o che da ragazzini incantati come il sottoscritto assistevano alle tue magie. Vivevamo vicini ma non sono mai riuscito a dirti quando ti incontravo per strada per bere un caffè che ancora mi ricordavo quella paperella in legno che ti eri fatto costruire e che pescava sempre con il becco la carta che io estraevo dal mazzo. Divertiti lassù tra giochi e cicheti e, finalmente, svela quei trucchi che hai sempre custodito gelosamente.

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