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Non finisce qui il volo dei Grifoni

Il suo sguardo carico di grinta è stato uno dei simboli perfetti per rappresentare l’Emme Retail Mestre durante gli ultimi mesi; non poteva essere altrimenti, perché Marco Prete della truppa biancorossa ne è il capitano e uno dei giocatori più rappresentativi. E guai a pensare che, una volta svanito il sogno promozione, anche quella determinazione nello sguardo- così come nelle parole e negli atteggiamenti- se ne sia andata. “Siamo molto contenti del nostro percorso e di quanto fatto, se pensiamo alle vicissitudini passate non era per nulla scontato. In tutti noi giocatori, però, c’è la netta sensazione di aver lasciato qualcosa in sospeso”.

Eh si, perché se ritenete che l’aver raggiunto la semifinale playoff e l’aver portato Oderzo sino all’overtime della “bella” possa bastare ai grifoni, vi sbagliate di grosso. “Abbiamo dimostrato di aver creato un’ottima amalgama di gruppo tanto in campo quanto fuori; un gruppo che, anche grazie al cammino fatto, adesso ha ancora più voglia di vincere. Aldilà della grande amarezza, sono convinto di come anche attraverso momenti ed eliminazioni brucianti come quella di Oderzo, passi la crescita di una squadra. I giovani come Bedin, Gomirato, Rosada, una volta responsabilizzati maggiormente per la forzata assenza di Saintilus e Custis, hanno risposto alla grande; questo, devo sottolineare, ha sorpreso solo chi non ci conosceva, perché coloro i quali ci hanno visto in palestra già conoscevano le qualità dei nostri ragazzi. Tutto quanto vissuto in questa stagione, ci tornerà molto utile in futuro”.

Dopo cinque anni in biancorosso, la parola “futuro” legata al BC Mestre e ai grifoni non sembra dunque uscire dal vocabolario di Prete, tuttora alle prese con gli ultimi allenamenti agli ordini di coach Toffanin prima del “rompete le righe” di fine mese. “Le scelte adesso spettano alla società, ma per quanto mi riguarda penso alla prossima stagione con questa casacca e, da quello che sto percependo, la volontà di ritrovarsi sul parquet ce l’hanno pure i miei compagni: sarebbe bello ripartire da questa voglia per completare l’opera”.

Gino Drago

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