Sport & Psiche. Gestire un primato o capovolgere un loop negativo.
Il Mestre vola, stupisce, diverte, entusiasma. I tifosi si stropicciano gli occhi, quasi increduli per la generosità della squadra creata da Zironelli con l’appoggio del presidente Serena, in primis e di tutto lo staff arancionero. Generosità sul campo ma anche oltre, nei rapporti personali. Senza contare che si sta preparando il ritorno a casa, il Baracca, con una grande festa che coinvolgerà tutta la città. Insomma, venendo al sodo, ci si chiede quanto potrà durare questo stato di grazia!
“La gestione di un primato potrebbe risultare complessa qualora il focus della squadra diventasse esclusivamente il risultato” – afferma il dott. Alberto Fistarollo – Psicologo dello Sport. “Porsi obiettivi di prestazione, quotidiani e specifici, permette invece di rimanere concentrati sul presente e di fare l’unica cosa sotto il proprio controllo: dare il meglio di sé ogni giorno.
Dopo una striscia positiva è normale percepire un po’ di pressione, l’importante è riuscire a mantenere il carattere di spensieratezza e piacere nel giocare che questa squadra possiede”. Completamente diversa la situazione che si respira a Casa Mestre per quanto riguarda il baket. Qui è necessario ribaltare una situazione negativa maturata dall’inizio del campionato, fatta eccezione per un’unica parentesi serena, la vittoria in casa contro Padova. Le premesse erano di tutt’altro tipo, visti i risultati in precampionato. Ma tant’è, se la squadra continua ad essere demotivata e quasi senza energie, viene da chiedersi se il problema non sia innanzitutto mentale. Viene subito in mente lo sfogo – diventato virale sul web – del presidente della Viola Reggio Calabria Giusva Branca. Quasi come quello in tedesco di Giovanni Trapattoni (il famoso strunz). Al termine della sconfitta interna contro Latina ha attaccato duramente la sua squadra, alla quale aveva chiesto una battaglia sportiva, definendo i suoi uomini delle fighette cercate, coccolate, corteggiate, pagate… “Non entro nel merito tecnico, perché non capisco nulla di basket – aveva concluso – ma capisco di uomini e ne ho visti pochissimi in campo oggi”.
Va detto che i grifoni non sembrano fighette, tutt’altro. Hanno influito molto le assenze importanti e sono sembrati più che altro in uno stato di confusione.
“Quando i risultati non arrivano, magari anche per un po’ di sfortuna, è possibile andare in confusione – conferma lo psicologo Alberto Fistarollo – non riesce nulla, ogni partita sembra un calvario, in allenamento può sopraggiungere un po’ di demotivazione. La parola stessa “pre-occupazione” ci suggerisce l’immagine di una mente che non vive nel presente ma rincorre fantasmi del futuro, sprecando energie nervose. Il rischio maggiore è quello di disunirsi”.
Tant’è che la scelta più logica per il Presidente Guglielmo Feliziani, è stata quella di dare uno scossone all’ambiente, cambiandone la guida. E’ tornato Davide Toffanin che di motivazioni per far bene ne ha da vendere e che nel frattempo ha lavorato bene con il settore giovanile e la Leoncino Basket Mestre Academy. Ma una persona sola non basta a far cambiare le cose, avverte Fistarollo: “Il rimedio in questi casi è sempre il gruppo; non sempre però è sufficiente incitarsi e lottare assieme, talvolta è necessario andare un po’ più in profondità. Guardare in faccia i propri timori, conoscerli, condividerli con i compagni, può consentire di ripartire un po’ più leggeri e di investire le energie esclusivamente nel gioco. Una sorta di decompressione, in cui far uscire la tensione e comprendere che le paure provate sono probabilmente le stesse dei compagni. Soltanto insieme è possibile reggerne il peso”.
di Alessia Da Canal