Quando il cibo diviene specchio di identità

Quando noi veneti ci confrontiamo con persone provenienti da altre regioni, abbiamo sicuramente molto di cui vantarci: l’unicità storico-artistica di Venezia, il Palladio e tutte le sue ville, i natali di Canova e molti altri artisti, le Dolomiti e i loro bagliori rosati e così via. A tutto questo però ci verrebbe inevitabilmente di aggiungere il Prosecco e tutta una prelibata selezione di vini, il radicchio rosso che tanto aspettiamo durante l’anno, i bacaro tour con la loro selezione di favolosi cicheti, il tiramisù (perché i veneti non possono metterne in dubbio la paternità), il baccalà alla vicentina o mantecato, il risotto all’amarone, la pasta e fagioli e via discorrendo.
Questo naturalmente vale per ogni regione italiana per cui quando ci confrontiamo con gli altri ci accorgiamo che il patrimonio culinario fa parte della nostra stessa identità, è in grado di definirci come persone; ciò avviene perché l’alimentazione influisce sulle nostre abitudini e la nostra quotidianità, o perché storicamente un prodotto o un piatto sono risultati determinanti sulla cultura dell’epoca. Allargando il cerchio, lo stesso si può dire quando all’estero assaggiamo del vero sushi, o dei falafel o del gulash e ci troviamo a descrivere la bontà della pizza, dell’olio, del pesto piuttosto che del ragù.
Ma non è finita qui. Siamo anche soliti descrivere l’italianità con una tazzina di caffè, conosciamo il mito per cui alle cinque del pomeriggio gli inglesi non possono rinunciare alla loro tazza di tè e sappiamo che la Svizzera è uno dei Paesi dove cercare il cioccolato migliore. Eppure caffè, tè e cioccolato non sono materie prime che vengono coltivate in Europa: ecco allora come anche la filiera lunga può essere coinvolta nella definizione di identità culturale di un popolo.
Di tutto questo noi de La chiave di Sophia intendiamo parlare nel nostro secondo food talk organizzato per sabato 20 gennaio 2018 alle 17.30 nel contesto storico di Palazzo dei Trecento. Sulla scia della nostra ultima pubblicazione, il #4 della nostra rivista di filosofia pratica La chiave di Sophia, proponiamo dunque nuovamente la nostra tavola rotonda, mettendo questa volta a tema la necessità di ripensare il nostro rapporto con il cibo a partire dalle radici storiche, sociali e culturali di cui esso si fa espressione.
Il legame tra la cucina e il suo territorio è infatti un legame profondo, che molto può dirci dell’identità di una società e delle trasformazioni socio-culturali che hanno interessato e interessano tutt’ora l’uomo. A tutti i livelli la cucina è l’espressione del rapporto che esiste tra l’uomo e l’ambiente; un prodotto, proprio perché preparato, trasformato e consumato da uomini con cultura, sapere e definizione identitaria, può essere considerato sotto tutti gli aspetti un prodotto sociale e culturale.
In questo quadro, scegliere un prodotto piuttosto che un altro è un esercizio di libertà, un gesto in cui sono in gioco la propria moralità, il proprio senso di giustizia, il rispetto per la storia e la tradizione e la proprio autorealizzazione.
Ad intervenire in questa tavola rotonda avremo Danilo Gasparini, docente di Storia dell’Agricoltura e Storia dell’alimentazione all’Università degli Studi di Padova, Anna Maria Pellegrino, chef e presidente dell’Associazione Italiana Food Blogger (AIFB), Paola Goppion di Goppion Caffè e Martina Iseppon di Valsana Srl. A moderare l’incontro sarà Giacomo Dall’Ava, filosofo e formatore.
Vi aspettiamo!
di La chiave di Sophia
Ulteriori informazioni sull’evento:
info@lachiavedisophia.com
Ingresso gratuito
È consigliata la prenotazione del posto a sedere a questo link.