Il Festival è stato fermato

«Erano impreparati gli altri, non noi». Per l’Associazione Volare il Mirano Summer Festival è stato fermato non da carenze organizzative interne, ma da incapacità altrui di sostenere l’evento. A dimostrarlo sono i verbali della commissione pubblico spettacolo, rilasciati solo poche ore prima dell’inizio della manifestazione e le modalità stesse con cui il Comune ha informato la cittadinanza della mancata autorizzazione.
Il festival è stato fermato dalla burocrazia
La commissione del 18 agosto aveva infatti rilevato la mancanza o la presentazione incompleta di alcuni documenti, relativi per esempio al piano emergenza, al piano parcheggi, all’impianto elettrico e alla relazione antincendio, senza alcun rilievo ostativo dal punto di vista sanitario. Le carenze evidenziate in quell’occasione, che dipendevano, in larga parte, dai tempi di definizione dei professionisti incaricati, sono state integrate nella successiva commissione del 21 agosto o promesse entro breve termine, come avvenuto peraltro anche nelle precedenti edizioni, senza che queste modalità pregiudicassero mai l’avvio regolare del festival. In quella seconda riunione tuttavia, con sorpresa, sono stati aggiunti, per la prima volta rilievi di ordine sanitario che, a conti fatti, non solo rappresentano una vera novità in termini di confronto tra organizzazione e autorità, ma avrebbero comunque reso vano ogni adempimento relativo a carenze di altra natura ancora pendenti sull’organizzazione.
La commissione

In particolare la commissione rileva, a poche ore dall’inizio del festival, come le sedute fronte palco non siano omologate, non vi siano garanzie in tema di distanziamento e tracciamento degli utenti e perfino il piano parcheggi non sia in sintonia con quanto indicato nel verbale della Prefettura del 20 agosto (il giorno precedente). Al di là dell’impossibilità di redigere un piano conforme a direttive emanate solo poche ore prima, il verbale prevede testualmente: “Un sistema coordinato di distanziamento sociale, una previsione di scaglionamento dell’orario degli ingressi e la tracciabilità dei contatti degli utenti, essendo possibile un ammassamento di persone nella medesima fascia oraria”. Si chiedeva all’organizzazione che le misure anti-Covid non fossero garantite solo all’interno della manifestazione, ma anche nello spazio compreso tra le aree parcheggio e l’entrata, addossando dunque agli organizzatori la responsabilità di prevedere il tracciamento (garantito internamente, a fronte di importanti spese, attraverso la registrazione degli ingressi e la prenotazione online) anche all’esterno.
Il dato di fatto
È evidente che una misura del genere non possa essere garantita e attiene semmai, più che a carenze organizzative interne, a un’incapacità delle autorità a garantire una sicurezza pubblica che non riguarda solo il Mirano Summer Festival ma qualsiasi evento.
Il Festival è stato fermato anche dal Comune

Una tesi suffragata dalle stesse parole con cui il Comune di Mirano ha comunicato lo stop alla manifestazione: “La quantità di persone che il festival richiamerebbe contemporaneamente in unico luogo – recita la nota del Comune – presupporrebbe un complessissimo lavoro di tracciamento nell’eventualità di positività al Covid-19 tra i partecipanti: anche un solo caso di contagio comporterebbe migliaia di tamponi, un’attività di verifica estremamente onerosa, specie in questo periodo in cui i casi di infezione sono purtroppo tornati a crescere”. L’espressione conferma come la mancata autorizzazione allo svolgimento del Mirano Summer Festival non dipenda da carenze organizzative interne, come si vuole far credere, ma dall’impossibilità del sistema di procedere con test su una platea vasta di cittadini nell’eventualità di singoli casi di positività. Infatti, a meno che non si voglia porre a capo dell’Associazione Volare l’incombenza di controllare qualsiasi concentrazione di persone (che potrebbero anche non essere ospiti del festival) in un parcheggio pubblico, questo compito non compete agli organizzatori.
Le proteste di Favaretto

Ne consegue quindi che, allo stato attuale, da protocollo non è possibile organizzare alcun tipo di manifestazione pubblica, se non con poche decine di persone. «Questo – rileva il patron del festival Paolo Favaretto – non solo è in contrasto ai provvedimenti sulla riapertura, che sulla carta consentono l’organizzazione di feste e manifestazioni, pur con le dovute precauzioni, ma non è nemmeno riscontrabile sul campo, dal momento che basta guardarsi intorno per rendersi conto che in molti comuni si stanno tenendo sagre, feste, cene in piazza, anche con diverse centinaia di partecipanti. Evidentemente nel nostro caso lo zelo è maggiore, ne prendiamo atto e ci attendiamo ora che le stesse valutazioni e precauzioni siano tenute anche in altre occasioni simili. Ribadiamo tuttavia che tempistiche e modalità sono quanto meno sospette e fanno pensare alla volontà, più che di mettere in sicurezza una manifestazione apprezzata da molti cittadini, di allontanare possibili profili di responsabilità in capo ad altri. Insomma, il Mirano Summer Festival si poteva fare, al di là dei rilievi tecnici, se c’era la volontà e l’assunzione di responsabilità di più soggetti. Così non è stato».