Coalizioni con i fuochi accesi in Fvg per il rush finale
Ultimi giorni di campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia dove il 29 si andrà a votare per il rinnovo del Consiglio regionale. Un appuntamento non di poco conto se è vero com’è vero che, oltre a quelli di questa domenica in Molise, i risultati che usciranno dalle urne saranno inevitabilmente tali da condizionare in qualche modo anche le trattative, tuttora aperte, per far sì arrivi a dare un governo al Paese.
La sensazione è che in Fvg dovrebbero essere sostanzialmente confermati gli esiti delle politiche del 4 marzo, con un centrodestra fortemente avanti e una Lega che viaggerebbe con una percentuale superiore al 35%, e a contendersi la seconda posizione un Movimento 5 Stelle indubbiamente appeso al voto politico più che a quello di carattere regionale e un centrosinistra che, viceversa, confida invece su questa scadenza forse non tanto per rimanere alla guida della regione (cosa che parrebbe alquanto difficile) quanto per riacquistare almeno parte di quei voti che ha perso proprio in occasione delle politiche.
Ciò vale, soprattutto, per il Pd che, dopo quella che da più parti è stata considerata una “fuga” di Debora Serracchiani, ha puntato tutte le sue carte sul vicepresidente uscente Sergio Bolzonello, figura certamente di spessore, in grado di pescar voti anche sul fronte moderato in virtù del suo passato liberale e che, seppur affannosamente, sta tentando di stravolgere un risultato che, stando ai sondaggi di qualche giorno fa, era effettivamente alquanto negativo.
A dargli man forte è arrivato in regione lunedì scorso l’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni il quale, tra una visita al Cro di Aviano e un affollato incontro con i cittadini a Udine, è senza dubbio servito per scuotere sia il Pd che il centrosinistra in generale sostenendo che “lo schema alle regionali non sarà quello del 4 marzo” e che “Sergio Bolzonello è l’uomo giusto non solo per giocarsi la partita ma anche e soprattutto per vincerla”.
Un Gentiloni che, tutto sommato, ha dato una forte iniezione di fiducia alla coalizione e, nello stesso tempo, ha portato quella ulteriore componente di “istituzionalità” che serviva al candidato del centrosinistra che si è detto sicuro che “possiamo farcela” e ciò, ha detto, “al di là di quanto si sostiene poichè il vento è diverso rispetto al 4 marzo e i risultati lo confermeranno”.
Una sicurezza, quella di Gentiloni e Bolzonello, che sembra essere servita più che altro a “riscaldare gli animi” del proprio elettorato, considerato che da un paio d’anni a questa parte, soprattutto per il Pd, in regione c’è stata una scia di sconfitte in tutte le scadenze elettorali, con il rischio, tutt’altro che impossibile, che vi si aggiunga anche quella di domenica prossima.
A crederci è indubbiamente Massimiliano Fedriga, l’uomo forte della Lega e del centrodestra unito, che, supportato anche da una immagine mediaticamente forte in virtù del ruolo di ex capogruppo dei salviniani alla Camera, è senza dubbio il principale favorito rispetto agli altre tre avversari, con un grado di fiducia personale che gli si attribuirebbe attorno al 45%.
L’ex enfant prodige della Lega, divenuto parlamentare all’età di 27 anni, pur non potendo contare su una esperienza di carattere amministrativo (a quella ci dovrebbe pensare il capogruppo di Forza Italia e già assessore nel periodo 2008-2013 Riccardo Riccardi indicato come possibile vicepresidente), conta sicuramente sull’ondata decisamente favorevole, oltre che sul forte entusiasmo della componente leghista, sempre che componenti “esterne”, come potrebbe essere il “ponte” del 1 maggio, non influiscano in qualche modo sull’affluenza al voto, cosa che preoccupa non poco l’intera coalizione.
Fedriga, intanto, domani, sabato, si appresta a firmare quello che lui stesso ha definito il “patto dei presidenti” siglandolo con Luca Zaia (Veneto), Attilio Fontana (Lombardia) e Giovanni Toti (Liguria). L’appuntamento è per le 11 a Trieste ed è un patto che, come spiegato da Fedriga, “ha come obiettivo quello di condividere una linea comune con Veneto, Lombardia e Liguria da presentare sul tavolo delle trattative con lo Stato”.
“Assieme – ha aggiunto l’esponente della Lega – porteremo avanti temi come l’immigrazione, lo sviluppo economico, i rapporti finanziari con lo Stato e le competenze da decentrare. In questo modo, con il supporto delle altre regioni, valorizzeremo la nostra autonomia”. Un’iniziativa forte, che ha suscitato comunque molte critiche da parte del centrosinistra, che serve indubbiamente a Fedriga per quell’ “asse del Nord” cui ha fatto riferimento Matteo Salvini allorchè ebbe modo di presentare la candidatura del suo ex capogruppo.
E Salvini, a confermare ulteriormente il grande interesse di carattere politico che riveste questa scadenza elettorale ovviamente per il centrodestra ma in particolare per la Lega, è atteso nuovamente in Friuli Venezia Giulia lunedì allorchè effettuerà alcune tappe in varie località della regione, nonchè, con tutta probabilità, venerdì 27 per chiudere a Trieste la campagna elettorale.
D’altro canto la prossima sarà la settimana di ulteriori “grandi arrivi” poichè giovedì e venerdì in Fvg ci sarà il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani il quale effettuerà una serie di incontri per sostenere Forza Italia e la coalizione, che chiuderà, dopo una visita a Trieste, in quel di Gorizia dove si è candidato per tornare in regione, a dispetto dei suoi 80 anni, l’ex sindaco ed ex parlamentare Ettore Romoli, già a suo tempo assessore regionale alle finanze.
Questa sera, venerdì, è atteso invece Guido Crosetto per dare man forte a Fratelli d’Italia dopo che è saltata la presenza di Giorgia Meloni, anche se il neo senatore Luca Ciriani starebbe cercando di portarla in regione la prossima settimana, cosa che, ad oggi, sembra essere però alquanto poco probabile.
Il Movimento 5 Stelle, dal canto suo, dopo quella di Luigi Di Maio a Udine di domenica scorsa, punta sulla presenza in questo week end di Gianluigi Paragone che farà tappa a Trieste, Monfalcone, Udine e Pordenone per sostenere il candidato dei pentastellati Alessandro Fraleoni Morgera secondo il quale la corsa alla presidenza della regione sarebbe unicamente “tra centrodestra e 5 Stelle”, alla faccia della possibile, ancorchè alquanto difficile, alleanza che potrebbe esserci per il prossimo nuovo governo.
Lucio Leonardelli