Conte candida Scarpinato. Nel listino M5s anche l’ex magistrato De Raho e l’ex ministro Costa. Chi sono gli altri: da Appendino a De Santoli

Ci sono i vari big dei 5 stelle, da Chiara Appendino a Stefano Patuanelli. Ma c’è soprattutto il nome di Roberto Scarpinato a lanciare il listino di candidati scelti da Giuseppe Conte per le politiche del 25 settembre prossimo. Un nome, quello dell’ex procuratore generale di Palermo, che rappresenterà sicuramente il fiore all’occhiello della campagna elettorale dei 5 stelle in Sicilia. Segno che Conte punta moltissimo sui voti dell’isola, vera e propria roccaforte dei 5 stelle. Ma l’ex premier punta evidentemente anche sul sostegno della Campania: confermata infatti l’anticipazione che vedeva Federico Cafiero De Raho, ex pm anti camorra e procuratore nazionale Antimafia, tra i nomi scelti dall’ex premier. Nel listino di Conte, invece, non c’è Dario Vassallo, fratello di Angelo, sindaco Pd di Pollica, ucciso nel 2010. Ma andiamo con ordine.

Il listino di Conte

A poche ore dall’inizio delle Parlamentarie, cioè la consultazione online per decidere i candidati alle elezioni, sul sito del Movimento 5 stelle è stata pubblicata la lista di 15 nominativi che, “in ragione dell’esperienza maturata e dei ruoli che hanno ricoperto o ricoprono, assicureranno quella continuità di azione e di esperienza necessaria per affrontare la nuova legislatura”. Sul sito dei 5 stelle si legge che “la proposta sarà sottoposta alla consultazione in rete degli iscritti, che potranno esprimere un parere favorevole o contrario, affinché possano essere inseriti, con criterio di priorità, nelle liste di candidati in uno o più collegi plurinominali”. Gli iscritti dei 5 stelle dovranno dunque promuovere o bocciare le scelte fatte da Conte sui 15 nomi che sono destinati a entrare in Parlamento.
I 4 vice, i capogruppo e il notaio

Nell’elenco, come annunciato, figurano anche quattro degli attuali vicepresidenti del M5S: i deputati Michele Gubitosa, Riccardo Ricciardi, la viceminista dello Sviluppo Economico Alessandra Todde e il senatore Mario Turco, già sottosegretario alla presidenza del consiglio ai tempi del governo Conte 2 e uomo fidato dell’ex presidente del consiglio. Tra i big politici, confermata la presenta dell’ex sindaca di Torino Appendino e del ministro dell’Agricoltura Patuanelli (già esponente del Conte 1 e capogruppo al Senato): entrambi sono candidati alla Camera. Nel listino anche il capogruppo a Montecitorio, Francesco Silvestri, e quella a Palazzo Madama, Maria Domenica Castellone. Un posto anche all’ex presidente dei senatori 5 stelle, Ettore Licheri. In lista Conte ha deciso di mettere anche il notaio del Movimento 5 stelle: si tratta di Alfonso Colucci, lo stesso che ha certificato il voto dello scorso anno, poi contestato dal tribunale di Napoli. Al momento Colucci ricopre le funzioni di Organo di Controllo del Movimento 5 Stelle e di coordinatore del settore legale del Movimento.
L’attenzione alla transizione ecologica

Trovano spazio nel listino pure l’ex ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e il professor Livio De Santoli, esperto di energia. D’altra parte Conte, in un video pubblicato sui social in serata, aveva spiegato agli iscritti che dentro il listino avrebbero trovato nomi di “personalità esperte nella transizione ecologica energetica“. Costa, Generale dei Carabinieri e capo della Forestale in Campania, ruolo nel quale ha indagato sulla Terra dei fuochi, è stato ministro dell’Ambiente nei due governi guidati dal leader del Movimento 5 stelle. De Santoli, invece, è un docente universitario: ordinario di Energy Management alla facoltà di Ingegneria della Sapienza di Roma e di Impianti Tecnici ad Architettura. Alla Sapienza De Santoli è stato anche prorettore per le Politiche Energetiche (2018-2020) e la Sostenibilità (dal 2021) e coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico per la Sostenibilità.
Dalle stragi alla mafia economica: chi è Scarpinato

Presentando il listino, Conte aveva anche detto che avrebbe candidato “esponenti della società civile, soprattutto nel campo giuridico, nella lotta alla mafia, nel contrasto a tutte le forme di infiltrazioni mafiose”. In questo senso si può dire che in Italia Scarpinato rappresenti uno dei magistrati più esperti nelle indagini su Cosa nostra, sui suoi legami con il mondo della finanza, con la politica, la massoneria e l’eversione nera. Nato a Caltanissetta ma ormai residente a Palermo da decenni, Scarpinato ha iniziato a fare il magistrato ai tempi del pool antimafia con Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Poi è stato pm a Palermo all’epoca della stragi: nei giorni successivi a via d’Amelio, guidò la rivolta degli 8 sostituti contro l’allora procuratore capo, Pietro Giammanco, accusato di aver isolato sia Falcone che Borsellino. Una rivolta che costringe il Consiglio superiore della magistratura a occuparsi del caso e Giammanco a farsi da parte. Tra i magistrati più fidati di Giancarlo Caselli, Scarpinato fu rappresentante della pubblica accusa al processo a Giulio Andreotti. Poi da procuratore aggiunto ha diretto del Dipartimento mafia-economia, creando un gruppo di magistrati e investigatori specializzati nello smantellare patrimoni di malavitosi. Da procuratore generale di Caltanissetta ha poi dato avvio ai processi di revisione per le persone ingiustamente condannate per la strage di via d’Amelio, a causa del depistaggio orchestrato con le dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino. Tornato a Palermo da procuratore generale ha ripreso a occuparsi delle indagini sulle stragi del ’92: ha concluso la sua ultima inchiesta, ancora top secret, nel suo ultimo giorno di lavoro, nel gennaio scorso, prima di andare in pensione. Considerato uno degli investigatori più preparati sulle vicende relative alle bombe del 1992 e 1993, Scarpinato ha raccontato i retroscena delle sue indagini durante una lunghissima intervista.
De Raho, ex procuratore nazionale antimafia

Insieme a Scarpinato, poi, Conte ha confermato la candidatura Federico Cafiero de Raho, che è stato procuratore nazionale antimafia dal 2017 fino al maggio scorso. In precedenza era stato sostituto procuratore a Napoli, dove ha istruito processi contro la Nuova camorra organizzata. Poi nella direzione distrettuale antimafia, dove è stato protagonista del processo Spartacus contro il clan dei Casalesi. Dal 2013 si è occupato di Ndrangheta come procuratore capo di Reggio Calabria, fino alla nomina a procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.
