Rottamazione-ter: uno strumento da maneggiare con cura

Rubrica a cura dell’Avv. Stefano Artuso
Il D.L. 119/2018 (c.d. “decreto fiscale”) ha previsto una terza edizione della definizione agevolata dei carichi iscritti a ruolo da Agenzia delle Entrate-Riscossione, già Equitalia spa.
Riprendendo le precedenti misure del 2016 e del 2017, la rottamazione-ter ha previsto un allungamento dei termini di pagamento (ora, cinque anni) e consentito la compensazione dei debiti tributari e previdenziali con i crediti che il cittadino vanta nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Ancorché la norma sia in fase di continua revisione – agli emendamenti si avvicendano i subemendamenti e chi ci capisce qualcosa è bravo – vi sono alcuni punti fermi che consentono di fare alcune riflessioni.
La prima: scordiamoci il “saldo e stralcio” sbandierato in campagna elettorale. L’imposta si paga e si paga tutta. Punto. Vengono cancellati gli interessi di mora e le sanzioni, siccome accessori al tributo, così creandosi una perfetta analogia con le misure introdotte dal precedente Governo.
Seconda riflessione: è un provvedimento che corregge talune distorsioni presenti nelle precedenti edizioni, in particolare per quanto riguarda le tempistiche di dilazione nel pagamento, oggi ben più abbordabili. Ma comunque resta un’arma (potenzialmente) a doppio taglio, atteso che, in caso di omesso o parziale pagamento, il carico residuo sarà oggetto di recupero immediato e non potrà essere nuovamente rateizzato.
È dunque indispensabile una valutazione oggettiva delle possibilità di far fronte al pagamento delle somme oggetto di rottamazione, per non rischiare di trovarsi – in caso di omesso o parziale pagamento – in una situazione ben peggiore rispetto a quella di partenza.
Terza considerazione: per accedere alla rottamazione-ter, alla data del 7 dicembre devi essere in regola con le rate della rottamazione-bis. Soltanto in tal caso è possibile la richiesta di nuova rottamazione. Diversamente, quei carichi saranno oggetto di recupero immediato e non potranno essere rateizzati in via ordinaria. Anche in tal caso, dunque, attenzione alle scadenze.
Da queste “pillole” si comprende che il criterio che ha ispirato tale misura risulta dunque di gran lunga diverso da quello – filantropico, poiché finalizzato ad aiutare “gli artigiani ed i piccoli imprenditori indebitati” – anticipato dai pentaleghisti.
In questo, Matteo Salvini copia Matteo Renzi
Chi glielo dice agli elettori?
Stefano Artuso