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Boom dei baby genitori

Lei ha 12 anni, lui 17. Dopo l’estate saranno genitori. Lei, studentessa delle scuole medie, sarà mamma e lui, neanche maggiorenne, sarà padre. La vicenda si svolge a Treviso ed è coperta da un certo riserbo. A parte l’età, si sa poco altro: l’Usl sta dando supporto a questa coppia di giovanissimi anche con consulenze psicologiche. Tra le ipotesi trapelate c’è anche la scelta di non riconoscere il neonato e darlo in adozione.

Una modalità, per altro, già scelta da una tredicenne, sempre di Treviso, la quale lo scorso febbraio ha portato a termine la gravidanza, ha dato alla luce un bambino ma poi, appunto, non lo ha riconosciuto e lo ha dato in adozione. I media locali ricordano anche il caso di una coppia di terza media, lui 12 anni e lei 13 di Castelfranco Veneto, che sono diventati genitori nel 2014.

Ma come mai questo boom di baby genitori nella Marca? A provare a rispondere a questo interrogativo è Pasquale Borsellino, dirigente dell’Usl locale: “I ragazzini sfuggono al controllo genitoriale – spiega al quotidiano La Tribuna – e allo stesso tempo per il genitore è difficile pensare a una figlia sessualmente attiva in giovane età mentre nella relazione con i coetanei l’approccio all’affettività è immaturo e avviene senza alcun tipo di contraccezione”.

L’aumento delle malattie e delle infezioni sessualmente trasmissibili tra gli adolescenti e il ricorso alla pillola del giorno dopo confermano questa sessualità improvvisata, da fine settimana: “Ogni lunedì le richieste della cosiddetta contraccezione di emergenza salgono. Come azienda sanitaria vediamo dalle due alle tre ragazzine che richiedono il farmaco per poterlo assumere entro le 72 ore e spesso, purtroppo, devono rivolgersi a noi perchè sebbene il Ministero della Salute non consideri la pillola in questione soggetta all’obiezione di coscienza, in molti ambulatori o farmacie si trova un cartello in cui è scritto che “per motivi etico-scientifici” la pillola non viene prescritta. In questi casi consiglio vivamente di chiamare le forze dell’ordine”, conclude Borsellino.

Dott. Lucio Zanetti

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