Veneto

Operata a Mestre dopo diagnosi «benigna», sessantenne muore di tumore

La domanda che tormenta il figlio è una e una sola: la morte di sua madre avrebbe potuto essere evitata con una diagnosi corretta? La risposta arriverà dalla procura di Venezia, che ha aperto un fascicolo sul decesso di M. U., 63enne di Mogliano Veneto morta lo scorso 29 novembre a causa di un presunto carcinoma alle ovaie e martedì ha disposto l’autopsia, affidata dal pm Antonia Sartori al medico legale Guido Viel. A finire sotto inchiesta è stato un medico di Modena, che è pensionato da qualche tempo dal servizio pubblico, ma che ha continuato a lavorare in regime libero-professionale per il laboratorio Synlab, che ha sede a Castenedolo, in provincia di Brescia: per lui l’accusa, tutta da verificare, è di omicidio colposo e per questo, assistito dall’avvocato Massimiliano Cristofoli Prat, ha nominato il medico legale Savino Pelosi. Il figlio, invece, rappresentato dall’avvocato Giorgio Caldera, si è affidato al dottor Claudio Rigo.

L’esposto in procura

Era stato proprio l’avvocato Caldera a presentare un esposto in procura nei giorni scorsi, raccontando la storia della donna fin dall’inizio. Ovvero da quando, nel maggio del 2022, era stata ricoverata presso l’ospedale Villa Salus di Mestre con una diagnosi di «cistoma ovarico destro sindrome aderenziale pelvica». Per questo la donna era stata sottoposta a un intervento chirurgico, a cui come di consueto era seguito l’esame istologico, effettuato dal Synlab a cui Villa Salus si appoggia. La diagnosi era stata di un «fibroma benigno» e dunque la 63enne e i famigliari avevano tirato un sospiro di sollievo: le erano infatti stati prescritti solo dei controlli di routine per evitare ricadute. Ma tra settembre e ottobre M. U. aveva ricominciato a manifestare una serie di importanti disturbi, tanto che il medico di medicina generale le aveva consigliato di andare al pronto soccorso: l’accesso era avvenuto lo scorso 19 ottobre all’Ospedale dell’Angelo di Mestre, da dove veniva trasferita di nuovo a Villa Salus per il ricovero in Medicina. Qui le venivano trovati dei noduli al peritoneo, ma un nuovo esame istologico al Synlab dava lo stesso responso rassicurante.

I sospetti dei medici

Questa volta però i medici si erano insospettiti, visto il quadro clinico, ed era dunque stata trasferita all’Ospedale Civile di Venezia per una nuova analisi dei reperti della biopsia: e qui la terribile notizia, con la diagnosi di carcinoma in stadio avanzato, ben diversa da quella ottimistica dell’anno precedente; al punto che nei parenti era sorto il dubbio che potesse essere stata fatta una valutazione errata anche nel 2022. Ma proprio questo è uno dei quesiti posti dal pm al medico legale.

L’errore fatale?

Quel che è certo è che la signora ha continuato a peggiorare e poi è morta, appunto, un paio di settimane fa. La procura vuole dunque sapere se effettivamente la lettura dell’esame istologico sia stata sbagliata, poi se cioè sia avvenuto anche nella prima valutazione; quindi se questo eventuale errore possa essere stato fatale per la vita della signora o se in ogni caso il tumore non era contrastabile.

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