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Spokon. Quando lo sport è giapponese

Col termine spokon si indicano quei manga o quegli anime che hanno nello sport il loro cuore pulsante. Lo sport viene visto come metafora della vita, e il mezzo attraverso il quale ogni persona, attraverso l’impegno, l’autodisciplina, la dedizione, l’allenamento e la forza di volontà, può riuscire nei suoi intenti. Questa è una mia piccola classifica su quelli che sono i miei spokon preferiti. Naturalmente, come per ogni top, anche questa non ha alcuna pretesa di oggettività in quanto rispecchia unicamente quelli che sono i miei gusti personali.

Tommy, la stella dei Giants

Conosciuto e osannato praticamente ovunque, Kyojin no Hoshi (Tommy la Stella dei Giants) è uno degli spokon più celebri in assoluto, nonché uno dei primi in ordine di tempo. Il motivo è presto detto: al suo interno sono racchiusi tutti i canovacci di cui parlavamo prima e che rendono tale uno spokon. Anzi, in Tommy la stella dei Giants, sono esasperati fino all’inverosimile. Ci troviamo nell’immediato secondo dopoguerra. Povertà, fame e disoccupazione sono ovunque. Tommy viene allenato dal padre, ex giocatore di baseball, a diventare un futuro campione.

I suoi allenamenti, sin dalla più tenera età, sono distruttivi e massacranti ( leggendaria l’armatura “a molle” che serviva a potenziare i muscoli del corpo), e hanno come unico scopo quello di farlo diventare il numero 1, nonché, come suggerisce il titolo, “la stella dei Giants”. Nel corso degli anni, Tommy avrà l’occasione di affrontare alcuni rivali (che gli procureranno gioia e dolori), e tra cadute e resurrezioni, vittorie e sconfitte, lanci fantasma e battute vincenti, Tommy diverrà sì la “stella dei Giants”, ma a caro prezzo.
Tommy, La stella dei Giants è un anime di quelli che ti inchiodano alla letteralmente alla televisione. Diverte, appassiona e incuriosisce. E ha nei suoi personaggi umanissimi il suo vero punto di forza. Recuperatelo, se non l’avete mai visto.

Touch

Non uno spokon nel senso più completo del termine, ma comunque assai meritevole sotto l’aspetto sportivo (Touch è conosciuto al grande pubblico col nome di “Prendi il mondo e vai”). Anche qui lo sport preso in esame è il baseball. Dopo la morte del fratello gemello Kazuya, asso e lanciatore del Meisei, Tatsuya Uesugi si prende carico della responsabilità (e del sogno) del fratello di portare la sua squadra liceale al Koshien (il torneo scolastico sul baseball più importante del Giappone, nonché vetrina per alcuni futuri campioni di questo sport). Tatsuya, nonostante la pigrizia cronica, è sempre stato sin da piccolo una persona di talento, talento che però non ha “sviluppato”, preferendo gli svaghi, l’ozio e il divertimento all’impegno, soprattutto per non entrare in competizione col geniale fratello. Assistiamo ad una lenta e progressiva resurrezione di questo suo talento innato, giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento. Spronato dal ricordo del fratello, e dall’incoraggiamento della bella Minami.

Tiger Mask l’antesignano dello spokon

L’Uomo Tigre. Basterebbe solo dire “Uomo Tigre” per intendere tutto. Naoto Date è un concentrato di forza di volontà, tenacia e impegno. Ed essendo L’uomo Tigre dello stesso autore di Tommy, La stella dei Giants, ricorrono gli stessi temi portati all’eccesso. Anzi, alcuni degli elementi tipici dello spokon qui sono addirittura “ribaltati”. Tana delle Tigri, ad esempio, è l’esempio in negativo di come lo sport può venire veicolato e sfruttato per scopi personali. È il simbolo dello sport che non si fa problemi a spremere gli atleti fino al midollo per poi buttarli, dello sportivo che punta solo ai soldi, e di quelli che vogliono raggiungere la vittoria attraverso le scorrettezze. Senza contare del giro di scommesse che ruota attorno alle attività sportive (Mister X, oltre ad essere un manager che organizza gli scontri, è un allibratore, dopotutto). Tigermask è un capolavoro assoluto. Da piccolo lo mandavano in continuazione, nelle TV private. Su Youtube trovate la serie al completo. Se non l’avete mai visto che aspettate? Ne vale la pena.

Slam Dunk

Arrivati a questo punto, chi mi segue saprà già chi c’è e chi ci sarebbe stato al primo posto – e ok, basta spostare anche solo lo sguardo un po’ più in giù. Ma d’altronde questa è una classifica soggettiva, per cui è il cuore a farla da padrone, non il cervello. Sta di fatto che Slam Dunk è probabilmente il miglior spokon mai realizzato. Il manga è sublime. E l’anime è uno di quelli in grado di rivaleggiare (se non addirittura superare) con la sua controparte cartacea (doppiaggio e adattamento dell’anime di Slam Dunk sono i migliori mai realizzati in Italia, e assolutissimamente fedeli all’originale giapponese). Slam Dunk ha tutto quello che deve avere uno spokon per appassionare, ma non solo. È divertente, è irriverente, è comico e ha un parteur di personaggi con un background da paura. In Slam Dunk ci sono persone che interagiscono, senza essere macchiette nemmeno quando vengono disegnate come macchiette comiche.

Capitan Tsubasa. Spokon per eccellenza

Vabbè, dai. Era scontato. Sul web ci sono centinaia di migliaia di riferimenti al cartone che, fondamentalmente, mi ha cresciuto (assieme all’Uomo Tigre e a Rocky Joe). E sicuramente quello che sto scrivendo sarà pure superfluo e saprà di già “sentito”, però , Holly e Benji è IL fumetto e IL cartone animato sportivo per eccellenza. Perché è il cartone animato che fa avvicinare un bambino al calcio, trasmettendogli esclusivamente i messaggi “puri” di questo sport. Dopo aver visto Holly e Benji si andava a giocare a pallone con una marcia in più. Tutti, chi prima chi poi, abbiamo provato a fare una rovesciata (schiantandoci dolosamente con la schiena a terra) pensando ad Holly. Perché abbiamo provato anche a fare la catapulta infernale, o a saltare sul palo per dare una maggiore spinta durante una parata. Perché se giochi in porta e ti metti un cappellino, credi di essere Benji. Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo arrotolati le maniche della maglietta per imitare Mark Lenders. Perché in Giappone, i bambini di 11 e 14 anni giocano in stadi (pieni) da (almeno) 50.000 persone Perchè essendo italiani amiamo il calcio. E chi ama il calcio non può non amare Holly e Benji, che il calcio l’ha “insegnato” a modo suo.
Mitico, mitologico e leggendario!

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