Economia e Politica

Sergio Mattarella pone le sue condizioni per un bis

Avviso ai naviganti, anzi ai brancolanti nel buio: un capo dello Stato è per sette anni. Non uno, due o tre, bensì tutta la durata prevista dalla Costituzione all’articolo 85: «Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni». Che ribadito da chiunque altro sarebbe una ovvietà, ma assume un sapore diverso e induce a qualche riflessione in più quando a farlo presente è Sergio Mattarella. È il messaggio che l’inquilino del Quirinale sta passando ad alcuni degli interlocutori con cui si intrattiene in questi ultimi giorni del mandato, per i saluti rituali e non. Si parla di molte cose e quando la confidenza lo consente si discute anche della sua rielezione, se non altro perché non passa giorno in cui a chiederla non provveda un manipolo dei Cinque Stelle, un esponente del Pd o una componente di quel gruppo misto che ormai vale il 12% del parlamento.

La quadratura del cerchio

Per molti parlamentari, il bis del presidente in carica sarebbe la quadratura del cerchio: Silvio Berlusconi resta indigeribile per il Pd e l’elezione di Mario Draghi rischia di far venire giù, assieme all’esecutivo, l’intera legislatura (eil 24 settembre, giorno in cui i neoeletti matureranno il diritto al vitalizio, è ancora lontano). Altri candidati, zero: l’encefalogramma politico di Enrico Letta resta tristemente piatto, al pari di quello del suo alleato Giuseppe Conte. Come la pensi Mattarella si sa, perché lui stesso lo ha ripetuto più volte. Anche citando in pubblico i suoi due predecessori, Antonio Segni e Giovanni Leone, che avevano chiesto «la non rieleggibilità del presidente della repubblica».

Né si né no

È stanco e non vuole che l’eccezione del reincarico, già sperimentata con Giorgio Napolitano, diventi una nuova regola della “costituzione materiale”, per cui il presidente uscente è anche il primo candidato alla propria successione. Nemmeno lui, però, può impedire che il nome continui a girare. Facile prevedere che il 24 gennaio e nei giorni seguenti, se Omicron terrà fuori dall’aula cinquanta (o novanta, o cento) grandi elettori, l’ipotesi di inchiodare Mattarella e Draghi ai loro incarichi attuali prenderà ulteriore forza. E siccome ci sono anche tanti sostenitori pelosi, interessati a confermare Mattarella nella convinzione che si dimetterebbe dopo uno o due anni, il diretto interessato ha voluto spiegarlo in modo chiaro, sapendo bene che certe parole basta dirle a pochi perché si diffondano. Il messaggio, appunto, è che nessun capo dello Stato può avere impressa sulla pelle una scadenza diversa da quella fissata dalla carta costituzionale.

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