Economia e Politica

La Repubblica compie 77 anni

Il Colosseo “vestito” con la bandiera italiana, le coccarde sulle giacche, la fanfara dei Bersaglieri, lo show dei paracadutisti. E poi, immancabile, il rombo delle frecce tricolori, che passate da poco le 9 del mattino dipinge di bianco rosso e verde il cielo azzurro sull’Altare della Patria. «L’Italia siamo noi», recita il manifesto del 2 giugno, 77esima Festa della Repubblica italiana. Ed è l’Italia e i suoi valori quella che sfila ai Fori imperiali, mai tanto gremiti di turisti, curiosi ed entusiasti spettatori. L’Italia delle forze dell’ordine che la difendono, l’Italia dell’associazionismo. L’Italia dei sindaci, che come di consueto aprono la parata (ma stavolta molti arrivano dai Comuni alluvionati dell’Emilia Romagna). L’Italia, insomma, della solidarietà, a cui torna a fare riferimento Sergio Mattarella nella sua lettera alle Forze armate.Ieri Mattarella ha voluto ribadire un concetto, quello dell’urgenza di proseguire sul cammino dell’integrazione europea, che già aveva espresso alla vigilia delle celebrazioni. «L’orizzonte di una difesa europea realmente integrata scrive il presidente della Repubblica nel messaggio indirizzato al Capo di stato maggiore Giuseppe Cavo Dragone è la nuova sfida che attende le Forze Armate». Solidarietà, vicinanza e unità, dunque. E «unità» invoca anche Giorgia Meloni, alla sua “prima” da presidente del Consiglio alle celebrazioni.

Applausi e selfie

La premier raggiunge la parata a piedi, accerchiata dagli uomini della scorta e da un nutrito gruppo di simpatizzanti che le chiedono selfie. E lei, in tailleur-doppiopetto nero istituzionale (sul cui bavero spicca la coccarda tricolore), si concede in più di un’occasione, elargendo sorrisi ai suoi sostenitori. Qua e là partono applausi: «Chi l’avrebbe mai detto…», scherza lei divertita, fermandosi a bere un caffè con Ignazio La Russa.Prima di raggiungere la tribuna d’onore, insieme al presidente del Senato e a quello della Camera Lorenzo Fontana, la premier si sofferma per un breve scambio coi giornalisti. «Quella di oggi dice non è una semplice celebrazione». È, piuttosto, «la festa di una comunità: e per comunità intendo la consapevolezza che quello che abbiamo qualcuno lo ha costruito con il sacrificio, anche estremo». Dunque «abbiamo un dovere verso chi viene dopo di noi», sottolinea Meloni. «Allora o ci mettiamo a lavorare tutti insieme, capendo che siamo tutti parte della stessa comunità, o non c’è nessuno che da solo può uscire da una situazione di crisi come quella in cui ci troviamo».Le difficoltà, è il messaggio, si superano solo «remando tutti nella stessa direzione». E facendo «ognuno la propria parte», senza distinguo. Anche con «sacrifici», se serve. Del resto, avverte la premier, «la comunità nazionale, la patria, alla fine è questo: una dimensione di sacrifici che si compiono insieme». E «se noi non ricordiamo che quello che abbiamo qualcuno l’ha costruito anche sacrificandosi, allora non capiremo neanche perché noi dovremmo farlo per chi verrà dopo». Poi il ringraziamento via Twitter: «Con orgoglio onoriamo la nostra storia e i valori fondanti della Costituzione italiana. Grazie a tutti coloro che contribuiscono a rendere l’Italia la grandiosa Nazione che è».

La cerimonia

Ad aprire le celebrazioni, poco prima, era stata la cerimonia dell’alzabandiera al Vittoriano, con la deposizione della corona dall’alloro ai piedi del milite ignoto da parte di Sergio Mattarella (arrivato, a differenza di altre occasioni, su un’italianissima Maserati). Un momento segnato anche da un “giallo”, quello dell’aiuola dell’Altare della Patria, a cui per una svista (che irrita non poco il sindaco Roberto Gualtieri) mancano i fiori bianchi e rossi a comporre il tricolore.Fiori assenti a parte, la cerimonia è un tripudio di meraviglia, a giudicare dagli applausi dei migliaia di astanti (per i quali erano stati allestiti anche dieci megaschermi). Il Capo dello Stato si accomoda sulla Lancia Flaminia presidenziale, accanto al ministro della Difesa Guido Crosetto. E raggiunge i Fori, dove dopo l’inno nazionale intonato dalla soprano Eleonora Buratto, comincia la parata. Sfilano in oltre cinquemila: corpi militari e civili, associazioni combattentistiche e d’arma, crocerossine in bianco. Ma anche un centinaio di mezzi: aerei (come i caccia F35 e gli Eurofighter), elicotteri, carri armati, mezzi blindati, cannoni. I vigili del fuoco, intanto, srotolano un lungo drappo tricolore che adorna il Colosseo, mentre un «ooh» di stupore saluta lo show dei paracadutisti, che atterrano di fronte al palco principale. Fino al frastuono delle Frecce tricolori che svettano sul Vittoriano.

«Valori della comunità»

Una celebrazione che è un «pieno successo», scrive il Capo dello Stato che segue la parata con la mano sul cuore nel suo messaggio alla Difesa. «Le Forze armate, patrimonio del nostro Paese, hanno espresso con orgoglio, storia, cultura, valori della nostra comunità». Poi il pensiero ai caduti, e una nuova attestazione di sostegno all’Ucraina (per la cui difesa l’Italia è «fermamente schierata»). Nel pomeriggio, la Festa riprende ai Giardini del Quirinale, aperti al pubblico e alle persone fragili. E di nuovo per il Capo dello Stato è un assalto di selfie, strette di mano: «Grazie per tutto quello che fa», lo salutano.E se Matteo Salvini per il 2 giugno sceglie di omaggiare i sindaci («vanno aiutati con fatti concreti», afferma), anche Silvio Berlusconi che ha appena nominato Danila Subranni come nuova portavoce approfitta della ricorrenza per lanciare un messaggio di unità: «Vogliamoci bene, siamo tutti cittadini della nostra meravigliosa Italia», dichiara. «Non devono esserci contrasti tra di noi – prosegue il leader FI perché ciò che deve prevalere è il bene comune e il bene di tutti. Vi voglio bene, italiani».

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