Veneziano

Palasport ai Pili. Conflitto di interessi?

A gennaio 2020 inizierà la caratterizzazione dei terreni, poi «se saremo bravi già a maggio altrimenti a settembre o comunque nella seconda metà dell’anno 2020 presenteremo il nostro progetto». Ovvero il Palasport, e una serie di altri edifici con funzioni ricettive, commerciali e residenziali, i cui contorni sono tutti da definire.

La dichiarazione

A dirlo è Luca Gatto, amministratore di Porta di Venezia, la società del sindaco Luigi Brugnaro cui appartiene l’ampia area dei Pili. Che tornerà a essere tema caldo della prossima campagna elettorale. A tirare fuori la questione lo stesso sindaco. Lanciando la campagna elettorale. «Dobbiamo fare un palasport ai Pili, sulla mia terra, un terra edificabile». «Un progetto che se mi voterete», ha aggiunto «inserirò nel mio mandato». Il messaggio politico è chiaro. Se Brugnaro vincerà le elezioni l’investitura dell’elettorato a proseguire con l’operazione immobiliare del palasport sarà più forte del conflitto di interessi. Lo stesso conflitto di interessi che, cinque anni fa, gli aveva suggerito di dire che, «nei miei terreni, finché sarò sindaco, non farò nulla». Se vincerà di nuovo le elezioni, potrà invece dire: la città è con me.

Il progetto

Un progetto immobiliare dal valore di circa 100 milioni di euro il cui iter è a dire il vero piuttosto complesso. A gennaio Porta di Venezia partirà con le caratterizzazioni cui dovrà seguire un progetto di bonifica dell’area all’ingresso del Ponte della Libertà comprata da Umana nel 2006. E contaminata di fosfogessi. Chi si accollerà il costo della bonifica, quanto costerà e in quali tempi potrà essere realizzato? Da tempo è in corso un braccio di ferro tra la proprietà e il ministero dell’Ambiente. E in ogni caso sono domande che restano ancora senza risposta. In passato si era parlato di una stima di 160 milioni di euro. Smentita dallo stesso Brugnaro, anche perché la somma potrà essere stabilita con maggiore precisione solo all’esito de piano di caratterizzazione. E in base all’area sulla quale si svilupperà il progetto.

Porta di Venezia

La società attende i dati sulle bonifiche. Ma nel frattempo sta lavorando a un piano economico-finanziario, e alla definizione delle funzioni. Il palazzetto, torri per alberghi, uffici e negozi. Il progetto sarà presentato il prossimo anno, e dopodiché, come spiega Gatto, «potrà partire il road show per cercare gli investitori interessati. C’è stato un primo sondaggio, l’interesse da parte di vari soggetti c’è, pur non essendoci ancora alcun impegno formale. È normale che sia così perché gli investitori attendono garanzie. Non ultime quelle delle bonifiche ambientali».

Chi dice no

L’opposizione va all’attacco. «Dopo aver dichiarato nel 2015 che non avrebbe fatto niente sui suoi terreni durante il mandato da sindaco, Brugnaro cambia idea. E decide di mettere nel programma la costruzione del palasport ai Pili, dove ci sono “cubature inimmaginabili”». Queste le parole di Monica Sambo. Capogruppo del Pd. «Per cercare di difendersi dalle accuse di conflitto di interessi il sindaco aveva creato un blind trust. Ma ha rinnegato pure quello. Infatti come era già evidente il blind trust non è affatto cieco. E’ lo stesso Brugnaro, infatti, a dire che i terreni dei pili sono suoi. E che ha “pilotato” il trust in tutti questi mesi dicendo cosa doveva o non doveva fare. Il sindaco dichiara in modo netto ed esplicito l’enorme conflitto di interessi. Riuscendo addirittura a dire che “la delibera non è un problema”. Ed impegnando il suo futuro programma e mandato da sindaco alla realizzazione di cubature presso i suoi terreni dei pili. Venezia ha bisogno di un sindaco e di un programma elettorale non basato sugli interessi personali». 

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