Veneto

Strage del bus, i video di bordo non si vedono: file danneggiati

Sono andati avanti dal mattino fino alle 18, senza esito. I video delle telecamere interne al bus che dovrebbero aver ripreso la strage dello scorso 3 ottobre non si riescono ancora a scaricare e vedere. O per lo meno non si riescono a vedere quelli che interessano, ma solo quelli precedenti al tragico volo dal cavalcavia superiore di Maghera, nel quale sono morte 21 persone e 15 sono rimaste ferite. Si riparte stamattina, 24 novembre, con un tentativo che fa quasi sorridere: i tecnici guidati dal consulente nominato dal pm Laura Cameli, l’ingegner Nicola Chemello, stanno infatti provando a scaricare le immagini in senso contrario, dalla fine all’inizio, perché in quello giusto pare che non si riesca. L’ultima ripresa sarebbe quella dello schianto, perché poi le telecamere hanno smesso di funzionare.

I dati in un server Amazon a Francoforte

Ma non è l’unico inghippo che si sono trovati davanti i tecnici che si stanno occupando delle scatole nere, che sono due o forse tre. Oltre all’hard-disk con i video, infatti, gli agenti della polizia locale hanno prelevato dalla carcassa del bus elettrico della società La Linea, custodito nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo di Mestre, anche il dispositivo che registra (o così si pensava) i dati della telemetria, dalla posizione alla velocità, dalle frenate fino a eventuali anomalie elettroniche. Ma quando giovedì mattina i periti hanno aperto il macchinario, ecco la sorpresa: all’interno non c’era infatti nessun disco fisso, ma una semplice Sim che trasmette i dati a un Cloud di Francoforte della società Yutong, che ha realizzato il mezzo, e gestito da Amazon. Per questo domani ci sarà un nuovo incontro per fare una verifica tecnica su un dispositivo analogo e poi lunedì la «prova del nove» con quello originario. Se non funzionerà, bisognerà fare una rogatoria in Germania e acquisire i dati del server. Sempre giovedì, poi, si è capito che su questo dispositivo potrebbero non esserci tutti i dati presunti e che ce ne sarebbe un terzo ancora a bordo dell’autobus, da prelevare.

Il nuovo sopralluogo sul cavalcavia

Nell’ormai fittissimo calendario delle scadenze, ai legali delle parti è arrivato un nuovo appuntamento: il 5 dicembre si tornerà infatti sul cavalcavia e a vedere l’autobus, come disposto dal consulente della procura, l’ingegner Placido Migliorino. Evidentemente il dirigente ministeriale, esperto di sicurezza stradale, vuole fare un approfondimento in loco su punti che considera poco chiari, dopo i primi due sopralluoghi delle scorse settimane. In questo caso però non sarà necessario interdire il passaggio alle auto: resterà chiusa solo la corsia che è già delimitata dai jersey di cemento in quanto è ancora presente il «buco» sul guardrail e sulla ringhiera esterna, proprio nel punto in cui il bus è precipitato.

La perizia meccanica

Sempre lunedì sarà affidata la perizia meccanica per «accertare la funzionalità dell’impianto che regola lo sterzo e la movimentazione delle ruote dell’autobus». Quando infatti i periti delle varie parti hanno visto per la prima volta il mezzo sono stati colpiti da quella ruota anteriore destra così girata verso destra: potrebbe essersi danneggiata per l’impatto prima con il guardrail e poi con la banchina che ha sfondato, ma un’ipotesi altrettanto valida potrebbe essere che il «braccetto» dello sterzo abbia ceduto e che quindi il mezzo sia diventato fuori controllo. E’ proprio questa la domanda della procura.

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