Veneto

Cgil e Uil portano in piazza la protesta contro la Manovra: sciopero e corteo a Mestre

Isindacati Cgil e Uil preparano una nuova mobilitazione per venerdì 24 novembre con iniziative in tutto il nord Italia. Oltre allo sciopero di 8 ore dei lavoratori dei settori privati, a Mestre è in programma un corteo che partirà dalla stazione ferroviaria – con ritrovo alle ore 9 – e si concluderà in centro, davanti al municipio in via Palazzo. La protesta si rivolge ai contenuti della Manovra 2024 varata dal governo, in particolare sulle materie dei salari e delle pensioni. Ad aprire il corteo, però, sarà uno striscione contro la violenza sulle donne: «È questo il tema prioritario – specifica Igor Bonatesta, della Uil -. Va tenuta alta, ora più che mai, l’attenzione sulla vita delle persone e in particolare sul rispetto della vita delle donne».

Lo sciopero del 17

La mobilitazione si aggiunge allo sciopero del settore pubblico che si è tenuto venerdì scorso, 17 novembre, e che era stato ridotto dall’intervento del ministero. «Lo sciopero del 24 novembre – spiegano i sindacati – ribadirà nuovamente il “no” ad una Manovra che, se sarà approvata così com’è, penalizzerà tutti». Si tratta, secondo Bonatesta, di «questioni molto sentite sia dai lavoratori che dai pensionati, perché sono sentite le difficoltà e le sofferenze di questo periodo storico, in cui l’inflazione e i costi energetici colpiscono duramente le famiglie. La Manovra – prosegue – va profondamente cambiata: toglie diritti e spazi per poter accedere alla pensione, peggiorando la legge Fornero, innalzando l’età dell’anticipo pensionistico, rendendo inaccessibile l’Opzione Donna; non porta quasi nulla in busta paga, perché con il 2% di riduzione sulle aliquote i dipendenti riceveranno appena una decina di euro in più al mese: ciò che resta è una forma di bonus che è praticamente lo stesso introdotto nel 2013 (il bonus Renzi, ndr) e che consiste in uno sconto fiscale temporaneo di un anno, che di strutturale non ha nulla».

Giordano

Daniele Giordano, della Cgil, fa un esempio concreto: «La rimodulazione dell’Irpef su un reddito di 27mila euro lordi all’anno si traduce in 20 euro in più al mese, ovvero 240 euro lordi all’anno». Chiaramente, «con redditi più bassi la somma si riduce, nella maggior parte dei casi sarà di 180 euro». Cifre che sono il risultato di «una scelta inadeguata e vergognosa». Inoltre, sottolinea Giordano, la Manovra prevede «un taglio alla sanità, alla quale andrà meno del 6% del Pil contro il 7% attuale. Al Veneto e alla provincia di Venezia arriveranno meno risorse per il sistema sanitario, che già fatica a rispondere alle necessità dei cittadini, come si vede dalle lunghe liste d’attesa e dai previsti aumenti per le rette delle case di riposo». Infine, «non c’è nulla sulla precarietà, sui giovani e sul salario minimo».

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