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53 auto di servizio agli Oss

53 nuove auto di servizio destinate agli operatori socio sanitari di assistenza domiciliare tutelare della Fondazione Venezia Servizi alla Persona. Questo per migliorare il servizio a favore di persone anziane nonché fragili e disabili assistite.

La consegna delle 53 auto

Si tratta di 53 autovetture di servizio, modello Panda in GPL nonché basso impatto ambientale, che consentono quindi di rendere autonomi ed efficaci i servizi di assistenza nel territorio della terraferma di Venezia.

Simone Venturini

 “Oggi si chiude un ciclo e se ne apre un altro. Inizia la fase matura di Fondazione” afferma Simone Venturini, assessore alla Coesione Sociale – . Nonostante le perdite degli anni passati, ci abbiamo creduto, e quindi grazie all’alleanza tra il Comune, IPAB e Fondazione abbiamo reso efficiente il servizio e migliorato la gestione”.

La benedizione delle 53 auto

Alla cerimonia sono
intervenuti: Claudio Beltrame,
presidente di Fondazione; Luigi
Polesel
, presidente di IRE; Laura
Besio
, presidente dell’Antica Scuola dei Battuti; Don Fausto Bonini per
la benedizione delle autovetture. “Pensiamo
che dotare il personale di nuove auto sia una scelta orientata a migliorare
le condizioni lavorative” – afferma Gianangelo Favaretto, direttore di Fondazione – Gli
operatori socio sanitari non useranno più i propri mezzi,
ma è l’azienda che mette a disposizione nuovi servizi con
attenzione al personale e ai cittadini”.

La Fondazione Venezia e le 53 auto

La Fondazione Venezia Servizi alla Persona è stata fondata nel 2014. Il collegio dei fondatori è composto da: IPAB “Antica Scuola dei Battuti” – Ente per la gestione di Servizi alla Persona – e IPAB “Istituzione di Ricovero e di Educazione” – IRE . Iscritta quindi all’Albo di soggetti accreditati nel Comune di Venezia presso i quali i cittadini possono richiedere l’erogazione degli interventi di Assistenza Tutelare, è quindi abilitata alle prestazioni socio assistenziali previste dal “Regolamento dei servizi di Assistenza Tutelare e Cure Familiari”.

Gian Nicola Pittalis

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