Processo Pfas a Vicenza: «Le multinazionali paghino i danni»
«Le multinazionali non vengano meno alle loro responsabilità: se l’inquinamento c’è stato, non è giusto che a pagare siano i cittadini». È quanto detto dalle parti civili ieri 30 settembre nell’aula della corte d’Assise di Vicenza, dove si sta celebrando il processo per l’inquinamento da Pfas per cui sono imputati 15 manager della ex Miteni.
Il danno
Le società idriche Acque del Chiampo, Acquevenete, Acque Veronesi e Viacqua, le mamme no Pfas, la Regione Veneto, le Ulsl di Padova, Verona e Vicenza, Fondazione Foresta, Arpav e altri vari enti costituiti, hanno sottolineato come tutti abbiano avuto un danno dall’inquinamento provocato dalla Miteni.
Parti civili
Per le parti civili, quindi, i 15 i manager delle società Miteni spa (fallita), Mitsubishi Corporation e Icig, sono considerati responsabili dell’inquinamento ambientale provocato dal presunto sversamento incontrollato di sostanze perfluoroalchiliche, nelle province di Padova, Vicenza e Verona, per un periodo di tempo che va dal 2000 in avanti.
Le accuse
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di avvelenamento acque, disastro ambientale innominato, gestione di rifiuti non autorizzata, inquinamento ambientale e reati fallimentari. Gli imputati sono: Kenji Ito, Naoyuki Kimura, Yuji Suetsune Maki Hosoda, Patrick Fritz Hendrik Schnitzer, Akim Georg Hannes Riemann, Aleksander Nicolaas Smit, Brian Antony Mc Glynn, Luigi Guarracino, Mario Fabris, Davide Drusian Furin, Mauro Colognato e Mario Mistrorigo, Martin Leitgeb, Antonio Nardone
Estromissione
In sede di indagini la procura aveva individuato come responsabili civili, ossia enti che dovranno rispondere in solido per i reati dei loro manager, la fallita Miteni, la Mitsubishi corporation e la lussemburghese Icig. Proprio queste ultime nella scorsa udienza avevano chiesto la loro estromissione dal processo perché non avevano partecipato con i consulenti all’incidente probatorio, per questo, secondo le difese, le prove non sarebbero valide.
La risposta
A questa eccezione ha risposto l’avvocato delle società idriche Marco Tonellotto: «A marzo 2016 era impossibile assicurare alla Mitsubishi la partecipazione al contraddittorio, perché nessuno dei manager era indagato, per questo l’istanza va respinta». La decisione del giudice sulla responsabilità civile delle multinazionali arriverà in occasione della prossima udienza, l’11 novembre.