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Il mare tempestoso dell’August Blues

“L’estate sta finendo… e un anno se ne va… sto diventando grande, lo sai che non mi va”.

Le parole del celebre tormentone dei Righeira risuonano ogni anno nello stesso periodo.

Agosto è agli soccioli, e “in spiaggia gli ombrelloni non ce ne sono più; è il solito rituale, ma ora manchi tu”.

Puntuale come un orologio svizzero, questa strofa affolla la nostra mente, senza lasciarci un attimo di tregua.

Gli ombrelloni scompaiono, le spiaggie si spopolano. Solo i primi fine settimana di settembre sembrano rievocare l’atmosfera estiva. Niente più carretto dei gelati, locali sul lungomare aperti fino a tardi; niente più “cocco bello”, schiamazzi dei bambini attenti ai loro castelli di sabbia o alle loro acrobazie sui galleggianti colorati; niente viaggi in pedalò o giornate spese in parchi acquatici.

L’ “estate sta finendo” ci sbatte addosso, con quella semplice e immediata cantilena, una realtà quotidiana in cui non siamo ancora pronti ad immergerci.

Di nuovo tutto ricominica. La spesa per l’inizio della scuola, il lavoro, le riunioni, l’università. La magia dell’estate sembra evaporare per lasciarci in balìa degli imprevisti e delle sfide della vita quotidiana.

Stando agli studi realizzati da Stephen Ferrando, psichiatra del Westchester Medical Center, quella che stiamo vivendo è un’onnipresente ondata malinconica definita con il termine di August Blues. Simile alla sensazione di stanchezza e tristezza che ognuno di noi prova la domenica prima dell’inizio di una nuova settimana – il così definito Sunday Blues –, questo malessere di fine estate durerebbe un intero mese e coinvolgerebbe tanto gli amanti dell’estate quanto i suoi più ostili nemici: i primi, poiché ansiosi in vista di un nuovo anno di lavoro e di tensioni, nutrirebbero dei profondi sensi di colpa rispetto a ciò che avrebbero potuto fare e che non è stato fatto; i secondi, invece, carichi di aspettative ed obiettivi  lavorativi da poter al più presto conseguire, sono ossessionati dal timore di non aver fatto abbastanza.

Nessuna età, inoltre, verrebbe risparmiata da questo mare in tempesta di agosto. A sostenerlo è, infatti, la professoressa di psicologia della Fordham University Rachel Annunziato, la quale, con le sue ricerche, è riuscita a dimostrare come questo August Blues attraversi le emozioni tanto dei bambini quanto degli adulti e degli anziani. I primi considererebbero agosto come il periodo di transizione per eccellenza verso l’inizio di un nuovo anno scolastico; anziani e adulti, per altro verso, lo riterrebbero una sorta di “mese-ponte” per l’inizio di un nuovo anno. In altri termini, un Capodanno estivo in cui ci si riempie da un lato, di buoni propositi e di aspettative, ma dall’altro, di tensione e di stress.

Insomma, quale consiglio darci per vivere al meglio quest’ultimo mese estivo?

È inutile dirlo: l’inizio di un “nuovo anno” è un fattore di ansia e di pressione; è necessario tuttavia, riuscire a cogliere ogni fase di transizione come un momento fertile per recuperare le proprie energie e prendere le giuste decisioni per il proprio progetto di vita.

Per questo, anche l’ August Blues può diventare una ragione di relax e riposo.

 

Sara Roggi

La chiave di Sophia

 

[Immagine tratta da Google Immagini]
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