Veneto

Caso Tacchetto: la procura di Roma si esprime

“probabile rapimento”

Sembra essere arrivato a una svolta il caso della scomparsa dell’architetto di Vigonza, Luca Tacchetto e della sua amica canadese Edith Blais. I due partiti alla volta del Burkina Faso per un progetto umanitario con la Ong Zion’Gaia, potrebbero essere stati rapiti da un gruppo criminale con finalità di riscatto. Quello che all’inizio sembrava una semplice ipotesi, si sta trasformando purtroppo in una consistente possibilità. Ad affermarlo in conferenza stampa è stato il pm Sergio Colaiocco, responsabile dell’indagine. Sembra ci sia già stata una richiesta di riscatto da parte dei rapitori ma la procura di Roma tiene il più stretto riserbo sulle indagini  per non aggravare la situazione dei ragazzi.

La scomparsa

La scomparsa di Luca risale al 15 dicembre 2018, verso la mezzanotte, l’ultimo giorno in cui suo padre, l’ex sindaco di Vigonza Nunzio Tacchetto, ha avuto l’ultimo contatto con il figlio. Luca era partito lo scorso dicembre con la sua amica Edith per concedersi qualche giorno di vacanza in Burkina Faso, per poi recarsi a Togo e cominciare a lavorare ad un progetto che comprendeva la realizzazione di un villaggio per le persone più disagiate dell’Africa Occidentale. Dopo l’ultimo video inviato da Luca alla famiglia, che lo ritraeva ridente  in una serata all’aperto, dei due ragazzi si sono completamente perse le tracce. Dopo una ventina di giorni il papà, preoccupatosi del cellulare spento di entrambi in ragazzi, ha subito denunciato la scomparsa del figlio e avvisato la Farnesina.

Voleva fare il volontario

Luca Tacchetto, laureato in architettura presso l’Università di Venezia appartiene a quella categoria di ragazzi che mette a disposizione il proprio intelletto, le proprie capacità e il proprio impegno per aiutare le popolazioni più disagiate. Quei ragazzi che partono alla scoperta del mondo, che abbattono i confini e che ispirati dalla propria umanità cercano di restituirci un mondo migliore. Anche Luca, come Silvia Romano la volontaria rapita in Kenia, sognava  di dormire in quel paesaggio maestoso e incontaminato chiamato Africa e di fare il possibile per realizzare una condizione migliore per la gente del posto.

Speriamo che tornino presto a casa…

Maria Olga Tartaglia

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