Draghi ha fretta

Se c’è un metodo Draghi, lo si vedrà presto. Si è preso una giornata e mezzo di stacco, nella villa in Umbria, per ragionare su quanto ha sentito negli incontri con i partiti e quale dovrebbe essere il programma. Oggi e domani, nuovo giro di consultazioni. Si comincia con i piccoli e si va avanti. E già mercoledì sera, il presidente incaricato potrebbe salire al Quirinale per riferire al Capo dello Stato.Da quel che si capisce, il premier incaricato non ha intenzione di contrattare con i partiti. Ne andrebbe del mandato ricevuto dal Presidente Mattarella, che ha chiarito abbastanza quale sia l’urgenza e la gravità della crisi. E a ricordare che non c’è tempo da perdere, s’ipotizza che il governo potrebbe giurare già venerdì per affrontare il primo decreto di ordine sanitario il giorno dopo o al massimo domenica: lunedì 15, infatti, scadono una serie di misure deliberate a inizio d’anno; sarà indispensabile un nuovo decreto predisposto dal futuro ministro della Salute. E c’è nei cassetti anche la bozza del decreto sui ristori, ben 32 miliardi di euro da stanziare.

Parti sociali a dopo la formazione del Governo

Quali saranno i ministri, è ancora un rebus. Non è chiaro se tutti tecnici, o con dentro qualche politico. E se ai segretari di partito sarà riservato un ruolo, ma pare difficile anche soltanto vederli, da Salvini a Berlusconi, Renzi e Zingaretti, Speranza seduti uno accanto all’altro nei consigli dei ministri. Così come è insondabile la sintesi che sta preparando come programma: i «desiderata» dei partiti adesso li conosce, ma ora stanno tutti con il fiato sospeso. Dalle dichiarazioni di ciascuno dei segretari di partito, impegnatissimi a definire perimetri politici, alleanze, a spingere per far entrare gli amici o per far uscire i nemici, è una rappresentazione plastica del marasma in cui sono precipitati.

La giravolta di Salvini mette in difficoltà

Zingaretti è teso solo a far digerire l’arrivo di Salvini ai suoi: «È lui che ha cambiato idea, non noi». E Salvini lo stesso: «Lascio agli altri le etichette. Io sono uno molto pragmatico e concreto. Non ho frequentazioni assidue con il Pd ma le avremo».

Draghi intanto ha ricevuto un appoggio gradito dalla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde: «Ho piena fiducia – ha detto al giornale francese “Journal Du Dimanche” – che sarà all’altezza della sfida. Ha tutte le qualità che ci vogliono: ha la competenza, il coraggio e l’umiltà necessarie per far ripartire l’economia italiana con l’aiuto dell’Europa». Baricentro di ogni programma sarà l’uso dei finanziamenti europei, i famosi 209 miliardi del Recovery Plan, che vanno accompagnati da un piano di riforme. I partiti stessi sono in attesa di sapere se il Recovery reggerà o sarà riscritto. Si sa solo quale è la sua priorità: portare il Paese fuori da quella che ha definito una crisi economica, sanitaria, sociale ma anche culturale ed educativa.
