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Al voto solo Mestre e Venezia

È stata accolta la nostra tesi”. Il Movimento Autonomia di Mestre gioisce per il voto in prima commissione consiliare Regione Veneto che ha delimitato la popolazione interessata dal referendum per l’Autonomia dei due Comuni e farà votare sia Mestre sia Venezia.

Il Presidente Stefano Chiaromanni ringrazia chi ha voluto far prevalere la democrazia, sia nella maggioranza (Lega, Fratelli d’Italia, Centrodestra Veneto, Siamo Veneto), sia nell’opposizione (M5s, Lista Tosi).

Dalle dichiarazioni degli esponenti del Pd regionale, invece, abbiamo ancora una volta l’impressione che non abbiano capito su cosa hanno votato: ricordiamo loro che si sono astenuti sulla definizione di chi possa votare al referendum, non sulla legittimità o meno dello stesso.

Inoltre, non è vero che pende un ricorso al Tar, perché sono ben due i ricorsi, presentati a spese pubbliche da Comune e Città metropolitana, totalmente infondati e inammissibili.

Oggi, infatti, gli Avvocati Stefano Chiaromanni e Michele Borgato si sono costituiti anche nel secondo giudizio al Tar Veneto, n. 572/2017, proposto dalla Città metropolitana di Venezia, con una memoria di costituzione ben più fondata.

Una delle censure della Città metropolitana è che Venezia passerebbe da 36 a 32 consiglieri comunali: in pratica si lamenta perché due Comuni ridurrebbero costi e personale politico.

Il ricorso, spiega ancora la memoria, è totalmente inammissibile perché pretenderebbe di annullare un atto che non è impugnabile, in quanto endoprocedimentale e politico.

La memoria smonta poi, pezzo su pezzo, le censure della Città metropolitana, che si contraddice sostenendo prima la prevalenza della Legge Delrio sulla Costituzione e poi l’applicazione della stessa legge regionale che, poche righe prima, aveva ritenuto abrogata.

La città metropolitana dichiara che non sarebbe in grado di funzionare se avesse al proprio interno 45 comuni anziché 44, o se la popolazione del Comune capoluogo variasse: è come dire che la Città metropolitana di Milano dovrebbe sciogliersi se un abitante di Milano si trasferisse a Sesto San Giovanni, oppure che non hanno possibilità di funzionare Città metropolitane come Torino (316 comuni), Milano (134 comuni), Roma (121 comuni), Reggio Calabria (97 comuni), Napoli (92 comuni), Genova (67 comuni), Bologna (55 comuni). Invece, lo scopo della città metropolitana dovrebbe essere proprio quello di coordinare vari Comuni.

Infine, la Città metropolitana di Venezia, in modo del tutto assurdo, chiede addirittura un risarcimento dei danni: “Non si capisce per cosa: se la Città metropolitana non sa gestire le proprie risorse nonostante tutti i nuovi autovelox, non chieda soldi a noi o alla Regione” sorride Stefano Chiaromanni.

Gian Nicola Pittalis

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