Si sente oggi sempre più parlare di Outplacement, ma per i più la parola non viene associata ad un significato ben preciso, pur venendo giustamente legata al contesto del lavoro.
L’Outplacement, in Italia regolamentato dal Ministero del Lavoro, è un efficace strumento messo in pratica da agenzie del lavoro autorizzate e supporta i lavoratori in uscita dalle aziende nel trovare delle nuove opportunità di lavoro.
Il processo, così spiegato, potrebbe però essere banalizzato e per comprenderne a pieno potenzialità ed obiettivi va declinato in tutte le sue fasi.
- Bilancio di competenze: si tratta di un percorso di analisi durante il quale il lavoratore, assecondato da operatori qualificati, “rivive” le esperienze professionali trascorse soffermandosi su ciò che da queste si è appreso (sia dal punto di vista tecnico sia personologico); l’obiettivo è creare una piena consapevolezza dei propri mezzi, utili per ottimizzare il ricollocamento e parallelamente innalzare il senso di autoefficacia per rendere i colloqui di selezioni meno ansiogeni.
- Progetto professionale: in base alle competenze emerse il coach guida il lavoratore nel porsi degli obiettivi professionali che possano appagare le proprie ambizioni e valorizzarne competenze e potenziale, non tralasciando un’accurata analisi dei suoi valori.
- Coaching: il supporto fornito dal coach sarà volto a fornire strumenti per rendere più efficace la presentazione del lavoratore e a supportarlo nel colmare i propri gap, anche attraverso processi di simulazione.
- Ricerca attiva: è il dulcis in fundo (o almeno dovrebbe) ed è il supporto nella ricerca di nuove opportunità sfruttando la rete dell’agenzia di outplacement che, spesso, svolge contemporaneamente anche attività di Ricerca e Selezione del Personale come business principale e, di conseguenza, può essere molto efficace in tal senso.
Come si può ben immaginare l’outplacement è uno strumento dal grande potenziale, che ogni azienda che valorizzi il proprio personale dovrebbe tenere in considerazione, prestando molta attenzione però ad affidare un incarico così delicato solo a chi realmente qualificato per poter gestire aspetti psicologici che, in una situazione di forte stress come quella del ricollocamento, rivestono un ruolo chiave.
Marco Garbin