Veneto

I 17 sindaci di Riviera e Miranese a difesa dei 3 ospedali

DOLO, MIRANO, NOALE. I sindaci di Riviera e Miranese si sono dati appuntamento stamattina, giovedì 18 aprile, davanti agli ospedali di Dolo, alle 11, poi a Mirano alle 12 e infine a Noale alle 13 per protestare contro le schede ospedaliere proposte dalla Regione, ora all’esame della quinta commissione del Consiglio del Veneto. I primi cittadini a gran voce hanno chiesto di fermare quelli che considerano ingiusti tagli ai posti letto nelle strutture ospedaliere dei propri territori.

Molti i tagli secondo le schede, ma i tagli più pesanti sembrano essere quelli a carico del distretto Dolo-Mirano dell’Ulss 3, dove sono stati tagliati 153 posti letto su 169.

Ma non solo questo: un declassamento generale della sanità del territorio, con l’ospedale di Dolo, in particolare, che perde anche 4 primariati, e vede penalizzati i reparti di Ostetricia e Ginecologia, la pediatria, la patologia neonatale.

Tagli agli ospedali così imponenti solo in questo territorio

“Nell’ex asl 13 i posti letto passano da 644 a 491, un taglio del 25% – spiega il sindaco di Spinea, Silvano Checchin, che è anche il presidente della conferenza dei sindaci Ulss di Riviera e Miranese – In territori simili non avviene la stessa cosa: all’asl 10 Veneto Orientale danno 20 posti in più, all’ex Cittadella – Camposampiero ci sarà un piccolo taglio di 20, a Venezia danno 49 posti in più! Non si spiega: chiediamo un atteggiamento di imparzialità. E’ un atto di ingiustizia nei confronti dei nostri cittadini”.

“Cittadini che pagano le tasse come tutti gli altri – denuncia il sindaco di Mira, Marco Dori – Uguaglianza nella tasse, uguaglianza nei servizi”.

Il sindaco di Fiesso d’Artico e vicepresidente del comitato ulss 3 Dolo Mirano, Andrea Martellato, commenta cauto ma deciso: “Intanto iniziamo con questa manifestazione stamattina, e poi vedremo il da farsi, in base a come chiuderà i lavori la V commissione. Dopodiché agiremo di conseguenza”.

“E’ un avviso di sfratto per questo nosocomio”. A dirlo è il primo cittadino dolese, Alberto Polo, che da tempo è pressato sul problema da cittadini e comitati. “La problematica è di garantire a un territorio una politica di servizi, garantire apicalità per il futuro e la modernizzazione dell’ospedale. Questo sembra invece un avviso di chiusura, noi vogliamo ottenere un’equa ripartizione dei servizi, non molliamo, siamo 17 sindaci qui, è un’immagine e un messaggio forte verso i rappresentanti regionali”.

La presidente dell’ANCI Veneto sugli ospedali

Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, dove sorge l’altro ospedale coinvolto, ed inoltre presidente dell’ANCI Veneto, dipinge con chiarezza il quadro che si andrebbe delineando se passassero queste schede: “Gli ospedali hub e spoke devono rispondere insieme ai bisogni dei cittadini, ma devono essere corretti i tagli imponenti che vogliono fare. Non si può pensare di andare a Mestre o a Venezia, servono mezzi di trasporto, la popolazione anziana poi come si muoverebbe? C’è bisogno di un criterio uniforme in tutto il territorio. Le lungodegenze sono un reparto fondamentale: gli ospedali di comunità che dovrebbero supplire non ce la fanno. Già ora sono rarissimi i posti vuoti, e poi vogliamo parlare dei costi a carico dei cittadini (oltre le 4 settimane il costo del ricovero più lungo è a carico dell’interessato, dei familiari o delle amministrazione di residenza per i meno abbienti)?”

L’ospedale di Noale

Anche Patrizia Andreotti, sindaco di Noale, il terzo degli ospedali coinvolti, è molto preoccupata, in special modo per le lungodegenze: “Noi da sempre abbiamo una situazione particolare, siamo ormai classificati come ex ospedale. Abbiamo però 74 posti di lungodegenza. E allora mi chiedo: scompare da tutta la Regione o rimarrà la lungodegenza? Come vogliono gestirla? 20 posti di ospedale di comunità, 10 di hospice, 24 urt: la tipologia di assistenza è completamente diversa. E poi che succede quando i pazienti devono rientrare in famiglia? Come troveremo una risposta? Noi ieri ci siamo confrontati per fare un intervento che fosse un segnale forte: non vogliamo creare situazioni di allarme, ma chi ha la possibilità di modificare le cose deve ascoltarci”.

E prosegue: “Ho avuto un recente incontro col Direttore Generale Dal Ben per sollecitare attenzione anche sull’alta specialità: siamo un’eccellenza per la fisioterapia e lo sport, non possono sparire questi servizi”.

La presidente della conferenza dei sindaci della Riviera e sindaco di Stra, Caterina Cacciavillani sottolinea “l’importanza dell’azione comune posta in essere dai 17 sindaci del territorio per la difesa e la valorizzazione degli ospedali e dei servizi garantiti dalla sanità pubblica. Tutti insieme e tutti uniti”.

Un segnale forte per la Regione, che non può dimenticare le esigenze di un territorio che solo in Riviera del Brenta conta 130 mila abitanti e che risulta essere il secondo per numero di accessi al Pronto Soccorso (44 mila annui), dopo l’ospedale di Mestre.

I lavori del pronto soccorso di Dolo

Nel frattempo i lavori del nuovo pronto soccorso sono fermi da circa un anno a causa del fallimento della ditta che aveva vinto l’appalto. Ieri è scaduto il nuovo bando e nove ditte si sono proposte.  Ora vi sarà la fase della valutazione delle offerte e del controllo delle ditte.

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Un commento

  1. Comunque l’anno prossimo sappiate che avete una formidabile arma il voto così lo daremo a qualcuno che ci dice cosa si fa degli ospedali

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