Confronto LGBTQ+ a scuola: Donazzan “disapprova” e gli studenti le vanno contro
Al liceo Corradini di Thiene viene creato un gruppo di confronto e scambio sulle tematiche LGBTQ+. L’assessora all’istruzione del Veneto, Elena Donazzan non approva in quanto ritiene che la scuola non debba toccare temi tanto delicati e intimi. Parole che vengono attaccate dalla Rete degli Studenti Medi.
La voce degli studenti
“Come possiamo credere che la scuola sia un ambiente inclusivo e aperto, quando in Veneto l’assessora all’istruzione condanna un’iniziativa così lodevole come quella del Liceo Corradini?- spiega Pietro Fracca, coordinatore della Rete degli Studenti Medi di Vicenza – Pensiamo che la scuola, baluardo di democrazia ed inclusione, dovrebbe promuovere iniziative come questa, gruppi di scambio e confronto su temi sentiti e vicini alle ragazze e ai ragazzi, momenti che portano ad abbattere stupidi taboo e a rendere le nostre scuole luoghi sicuri e accoglienti per tutte e tutti. Non tolleriamo che si faccia propaganda sui progetti di sensibilizzazione di cui davvero abbiamo bisogno. Se la Donazzan crede che sia un tabù parlare di genere e sessualità in un liceo, forse dovrebbe aprire gli occhi sul mondo e ascoltare, per davvero, le studentesse e gli studenti”.
I presidi che vogliono replicare il progetto
“Un progetto, quello del Corradini, di ascolto e inclusione che sembra aver riscosso grande successo oltre le critiche dell’assessora, e che, ora, in molti vorrebbero replicare nelle loro scuole. Ma la Donazzan è ferma nelle sue posizioni. Per lei la scuola dovrebbe anche rivedere la storia”
No alla Donazzan
“Diamo tutto il nostro supporto alle studentesse e agli studenti del Corradini. Ci hanno scritto in decine di studenti per chiedere di replicare gruppi e progetti analoghi nelle loro scuole: questo dovrebbe essere un segnale forte che la nostra Assessora non può ignorare. – conclude Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto – Le nostre scuole devono essere ambienti inclusivi, devono diventare un simbolo di apertura e aggregazione. Invece che limitarci a dei gruppi autogestiti per parlare liberamente dei temi Lgbtq+, dovremmo pretendere dei veri e propri programmi di inclusione, educazione sessuale e affettiva in tutte le scuole!”